Nessuno è come te by Laurie Halse Anderson

Nessuno è come te by Laurie Halse Anderson

autore:Laurie Halse Anderson [Anderson, Laurie Halse]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Romance, Contemporary
ISBN: 9788854177475
Google: usl6BgAAQBAJ
editore: Newton Compton editori
pubblicato: 2015-04-30T17:09:03+00:00


47

La seguii giù per le scale. Ero preoccupato che potesse inciampare, ma non avrebbe avuto importanza perché sarebbe caduta su mucchi di corpi. In quella casa ci saranno state duecento persone. La festa si era trasformata in uno tsunami di adolescenti che galleggiavano sul chiasso, il fumo e la birra.

La persi tra la folla.

Sarei potuto restare proprio dietro di lei, suppongo, ma mi sentivo lo stomaco come se qualcuno ci fosse saltato sopra con un paio di anfibi e i miei ormoni erano pronti a strapparmi il cervello dal cranio. Avrei dovuto seguirla perché non pensava lucidamente e aveva un’aria innocente e vulnerabile e non sapeva quello che diceva o faceva. Ma non lo feci.

Yoda mi vide che vagavo e mi disse di seguirlo in una stanza dove un gruppo di ragazzi giocavano ai videogiochi.

Tenevo gli occhi sullo schermo, ma non guardavo davvero. Lui mi chiese cosa c’era che non andasse. Glielo dissi, per cambiare.

«Wow», commentò.

«Esattamente», risposi.

«Ti vuoi ubriacare?», propose.

«Non servirebbe a niente».

Ci concentrammo sul gioco. Mezz’ora dopo, una ragazza che non conoscevo mi chiese se avessi visto Bethany e le risposi di no. Qualche minuto dopo, arrivò Hannah.

«Devi parlare con Bethany», disse.

«Non ci penso proprio».

«Ha detto che avete litigato. È sconvolta».

«Bene».

«Di che state parlando?»

«Lascia perdere. Non ho intenzione di discutere con lei. Neanche tu dovresti farlo. Lascia che si risolva da sé i suoi problemi».

Dal soggiorno arrivò un rumore di vetri infranti, seguito da voci rabbiose.

Due corpi che si prendevano a pugni andarono a sbattere contro il portone ad arco, rimbalzarono e caddero a terra. La folla si alzò come un’ondata dietro di loro, urlando e scattando foto.

Io e Yoda facemmo uscire di corsa Hannah dalla porta laterale.

«Dovremmo tornare a casa», disse il mio amico.

Hannah si accigliò. «Ora che comincia il divertimento».

«E andrà sempre peggio», osservai.

Mia sorella guardò dentro attraverso la finestra, trasalendo quando un pugno atterrò sopra un naso fragile. «Va bene», sospirò. «Tu vieni con noi?»

Guardai dentro. Bethany non si vedeva.

Non avevo obblighi. Mi aveva invitato, è vero, ma poi mi aveva mandato al diavolo. Poteva tornare a casa con le sue amiche o con il fratello. Non erano affari miei.

«Resto ancora un po’», dissi.

«Sei sicuro?»

«Sì, non diremo niente a mamma di tutta questa storia, vero?»

«Ma dài?». Hannah mi diede un bacetto rapido sulla guancia. «Ti voglio bene, Ty. Sta’ lontano dai guai».

L’elettricità andò via un’ora dopo.

Qualcuno cominciò a strillare come un ossesso e a correre per la casa intimando a tutti di uscire. Era Josh Rawson. È vero, la festa era a casa sua e, sì, i genitori erano in Giamaica, ma lui era stato a una cena di famiglia dalla sua ragazza. Era stato lui a far scattare il salvavita per togliere l’elettricità; era lui che urlava e pigliava a pugni in faccia i suoi amici.

Quando riattaccarono la luce, cercai dappertutto finché non trovai Bethany raggomitolata a terra nella sala giochi.

La scrollai per svegliarla e le dissi che ce ne dovevamo andare. Lei mi guardò con occhi confusi e assonnati. Nel mio stomaco calpestato si agitarono le farfalle.



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