New York 2140 by Kim Stanley Robinson

New York 2140 by Kim Stanley Robinson

autore:Kim Stanley Robinson [Robinson, Kim Stanley]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fantascienza, marzo, retail
editore: Fanucci
pubblicato: 2017-11-13T23:00:00+00:00


b) Vlade

Il giorno successivo, Vlade fece una visita alla sua amica Rosario O’Hara, uno dei veterani della squadra della metropolitana cittadina. Negli anni in cui aveva lavorato per lei, avevano svolto tutto il solito lavoro nella metropolitana, che in quegli anni includeva l’estensione delle loro operazioni alle parti sommerse della rete, un lavoro lento che perlopiù consisteva nell’usare treni della metropolitana come gigantesche porte di servizio piene d’acqua e disporre al loro interno cose come condutture per le linee elettriche, tubi fognari, rotaie per capsule subacquee automatizzate per il trasporto scorte, cavi di comunicazione e così via, il tutto mantenendo all’interno un passaggio sgombro fino all’accesso di manutenzione per i sommozzatori municipali.

La vecchia Metropolitan Transit Authority e l’Autorità portuale di New York e del New Jersey avevano da tempo separato le antiche giurisdizioni e responsabilità, ma non in modo sensato, e una cosa che succedeva nel sessanta percento della rete metropolitana che era sommerso costituiva una costante lotta di potere fra i successori delle due agenzie, il che creava anche zone di disputa e di incertezza nelle quali si potevano creare alleanze più informali fra squadre di lavoro. Vlade aveva trascorso dieci anni della sua giovinezza lavorando per la LMMTA e in quel tempo aveva teso milioni di chilometri di cavo subacqueo, oltre a svolgere altri lavori più interessanti. Tutto questo era stato fatto in squadre, e quel lavoro era abbastanza pericoloso da trasformare quelle squadre in una famiglia mentre lo svolgevano insieme, una sensazione che persisteva molto dopo che il lavoro era concluso.

Di conseguenza, Vlade si sentiva al sicuro nel chiamare Rosario e chiederle di incontrarlo in una taqueria su una zattera fuori dall’edificio dell’Autorità portuale, sull’Hudson, dove avrebbero potuto parlare mentre mangiavano, seduti lungo il bordo della zattera.

«Hai sentito se la stazione di Cypress sta venendo utilizzata ultimamente? C’è qualcuno che la sta liberando dall’acqua per occuparla abusivamente?»

«Non che io sappia. Perché me lo chiedi?»

«Ecco, l’altro giorno ero da quelle parti con alcuni amici, e la loro videocamera a infrarossi ha intercettato un punto molto caldo sul fondale. Pareva provenire dal buco della Cypress e ho pensato che potesse essere calore che saliva dalla scala.»

Quello era un segnale comune. La maggior parte delle stazioni sommerse della metropolitana mandava pennacchi di calore dal mondo sommerso. La New York sottomarina era un posto movimentato. «Non credo stia succedendo niente là sotto» affermò Rosario. «Se ben ricordo, quella era un’area industriale. Parcheggi per le auto, container, autobus, bancali. Sulla vecchia riva c’erano anche file di serbatoi di petrolio.»

«Era quello che pensavo. Questo però era un punto molto caldo. Ho la sensazione che là sotto stia succedendo qualcosa.»

«Perché?»

«Non lo so. Nel mio palazzo sono scomparse alcune persone e ci sono anche stati atti di sabotaggio, e questo mi ha reso nervoso. In ogni caso, mi piacerebbe dare un’occhiata, e credo sia abbastanza complicato da aver bisogno di un compagno d’immersione.»

Rosario annuì.

«D’accordo. Trina Dobson e Jim Fritsche ti vanno bene?»

«Certamente. Proprio la scelta in cui speravo.»

«Vedrò se sono disponibili. Cosa mi dici di te?»

«Posso essere libero quando lo sono loro.



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