Non per sempre, ma per ora by Chuck Palahniuk

Non per sempre, ma per ora by Chuck Palahniuk

autore:Chuck Palahniuk [Palahniuk, Chuck]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2024-05-03T12:00:00+00:00


35

Come madre, la Mamma non ha avuto un grande successo. Quand’era un fuscello di ragazzina, però, una volta era andata a sciare e aveva fatto sbattere contro un albero un cantante finito, nonché aspirante candidato alla presidenza. Proprio come le aveva insegnato il Nonno. Quello era stato quasi il primo lavoro della Mamma, l’Operazione Sonny Bono, e lei aveva fatto il suo dovere con grande entusiasmo. Bravissima come assassina, non c’è che dire, ma come mamma lasciava molto a desiderare.

Ci diceva sempre, a Otto e a me, quando di sera veniva a rimboccarci le coperte: «Miei adorabili ragazzi, dolci e innocenti, dovete sapere che io alla vostra età avevo già annegato Natalie Wood. E dato una botta in testa a William Holden». Figurarsi se non sarebbe stata capace di trovare un capro espiatorio come quel Mark David Chapman. Un sempliciotto che si facesse carico di qualche lavoretto in un periodo di sovraccarico. Ci diceva: «Quell’Hinckley, avrei potuto fargli fare qualunque cosa, davvero».

Il Nonno li chiamava “lavoratori a progetto”, questi giovani, uomini e donne, che venivano ingaggiati per un’unica missione. Non erano mai tanto svegli. Mai esattamente delle cime, questi giovani. Cioè, capaci a malapena di ammazzare un Kennedy prima di farsi beccare. Alla Mamma bastava vederli di persona, questi uomini, per individuare quelli dotati dell’istinto assassino. E aveva conosciuto così anche Papà, in effetti. «Miei adorati bambini, il vostro papà era pieno di aspirazioni». Si chinava sul nostro lettino, con i gioielli e la sua fragranza inebriante. «Vostro padre non ha mai ammazzato nessuno di importante, ma aveva un fascino animalesco.»

A quel punto taceva e faceva una faccia come quella che ha fatto quando quella donna fuori di senno si è lanciata contro il parabrezza della nostra Bentley. La stessa faccia che ha fatto Otto una volta che mi ha portato in visita al Manicomio Criminale del Buckinghamshire. Eh, si parla di tante tate fa, subito dopo la scomparsa di Papà. Così tante che ho perso il conto.

Il manicomio pareva proprio una fortezza, costruito con grandi pietre grigie. Tutte le finestre erano munite di sbarre di ferro, cui le mani pallide dei pazzi si aggrappavano dall’interno. Immaginatevi le dita rachitiche strette intorno alle sbarre come rampicanti insensati, ecco. E facce pallide incorniciate dalle sbarre. Ghignanti, sdentate, con gli occhi infossati. Facce smunte, scavate, con lo sguardo fisso. Bocche biascicanti. Un’intera facciata di questi ritratti ci aspettava e ci ha accolto al nostro arrivo da Pembroke Road.

Dovete sapere che Papà era scomparso da poche settimane, alla spiaggia, e Otto aveva domande che esigevano una risposta e, quindi, mi ha condotto a passo di marcia fino al robusto portone di quel pandemonio mormorante e biascicante e ha suonato il campanello, per poi dire chi era la nostra Mamma, e quale posto occupava tra i notabili della contea, e chi era il Nonno, al che il vecchio direttore di quell’infelice istituto ci ha invitato a prendere il tè: un miserabile assortimento di biscotti in scatola di latta e acqua di sentina servito con



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