Pennac Daniel - 1982 - Abbaiare stanca by Pennac Daniel

Pennac Daniel - 1982 - Abbaiare stanca by Pennac Daniel

autore:Pennac Daniel [Pennac Daniel]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
ISBN: 9788884517128
editore: Salani
pubblicato: 2006-01-01T23:00:00+00:00


Orribile, in effetti, ma pur sempre meno impressionante in effigie che lì in piedi, all’improvviso, in piena notte, a Parigi.

L’apparizione leggeva nel pensiero del Cane? Comunque esplose in una risata glaciale e disse:

«È vero che non sono molto rassicurante. Assomiglio a una iena. Non dire di no, lo so. Del resto, tutti mi chiamano lo Ienoso. Ma anche tu, non sei una gran bellezza, sai...».

Lo Ienoso riattaccò con la sua risata che si sgranava come un rosario fatto di gorgoglii stridenti.

(«Dicono che sghignazza sempre» gli aveva spiegato Mela.)

«E se tu mi raccontassi che cosa ti succede invece di tremare come una foglia ed esibire i tuoi dentini?» propose lo Ienoso smettendo improvvisamente di ridere.

La cosa straordinaria (Il Cane non sapeva ancora se trovava questo particolare rassicurante, o più inquietante di tutto il resto), lo Ienoso parlava con una voce molto dolce e vagamente remota. Con grande sforzo, Il Cane riuscì comunque a dire:

«Mi sono perso».

«Non più» ribatté lo Ienoso. «Conosco Parigi come le mie tasche. Dove vuoi andare?»

«Voglio andarmene, da Parigi» disse Il Cane con voce più ferma.

«Per andare dove?» chiese lo Ienoso, senza staccargli gli occhi di dosso.

«Non lo so... verso sud» rispose Il Cane sostenendo quello sguardo fosforescente.

«Capiti bene, io devo andare alla Gare de Lyon ad aspettare il treno di mezzanotte e dodici. Seguimi» ordinò lo Ienoso.

E senza aspettare risposta, fece dietrofront e s’incamminò.

Il Cane cominciò a seguirlo a rispettosa distanza. Lo Ienoso aveva un’andatura strana. Le sue spalle possenti muovevano con forza le zampe anteriori, mentre il posteriore, quasi raso terra, seguiva come poteva. Ogni tanto rovesciava un bidone di immondizie con un negligente colpo di muso e domandava, senza girarsi: «Hai fame?».

Il Cane a poco a poco, gli si avvicinò. Ben presto si ritrovò a camminare al suo fianco. Adesso era abbastanza fiero di se stesso, come se avesse appena domato una bestia feroce. E benché lo Ienoso non gli avesse fatto nessuna domanda, Il Cane si mise a raccontargli la sua storia. Parlava a ruota libera, come chi, non avendo nessuno con cui confidarsi, crede di avere molte cose da dire. Lo Ienoso ascoltava aggrottando le sopracciglia nere e lucenti come setole di tigre. Ogni tanto faceva una domanda.

«Questo «Muschioso» come lo chiami tu, non ti permetteva di annaffiare le ruote delle auto?»

«Mai».

«Non mi stupisce».

«Perché non ti stupisce?»

«Te lo spiego poi. Va’ avanti».

E Il Cane proseguiva. Non raccontava con ordine. Come tutti quelli che hanno un dispiacere, tornava sempre sullo stesso argomento: lo strano comportamento di Mela.

«Ti ha mollato da un giorno all’altro?» chiese lo Ienoso.



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