Quasi come un gatto by Carlie Sorosiak

Quasi come un gatto by Carlie Sorosiak

autore:Carlie Sorosiak
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788851182731
editore: De Agostini
pubblicato: 2020-09-21T00:00:00+00:00


20.

Vi prego di non fraintendere. Quando sei un gatto, nella tua vita ci sono molte cose terribili.

Pentole e tegami, il tritarifiuti, il sibilo della tenda della doccia: qualsiasi rumore improvviso mi faceva schizzare via di corsa; a volte andavo tanto veloce che era difficile rallentare, e il tappeto mi si arrotolava sotto le zampe. Trovavo piacevole riempirmi la bocca con le piante di casa e masticarle, ma poi il mio stomaco da gatto non riusciva a digerirle. E ho sviluppato un’insana ossessione per le zanzariere: mi ci tuffavo, restavo aggrappato con gli artigli e poi mi arrampicavo. Non chiedetemi perché. Non so spiegarlo.

Ma c’erano anche aspetti positivi. Avevo riflessi pronti. Qualsiasi cosa mi scattasse o sfrecciasse davanti agli occhi, la vedevo alla perfezione. E poi Olive… c’era Olive. Per un frammento di secondo, mentre discutevamo delle mie lezioni di vita umana, mi è balenato un pensiero: Nonostante la nostalgia di casa, restare bloccato sulla Terra era davvero la cosa peggiore che potesse capitarmi?

Ho respinto subito la domanda e mi sono concentrato sul cinema.

Forse non vi sorprenderà scoprire che i gatti non sono ammessi in sala, e che le poltrone non sono adatte né alla forma né alla taglia dei nostri corpi. Erano tanti i posti nei quali non potevo entrare unicamente per via della pelliccia, degli artigli, delle mie zampe relativamente corte. Al Turtle Beach Cinema, però, era in programma Il mago di Oz soltanto per una sera, e Olive mi ha detto che bisognava tentare.

«Non voglio metterti nello zaino, però» ha detto qualche giorno più tardi. «Non dopo quello che è successo in autobus. I gatti non dovrebbero mai stare dentro gli zaini. Devo inventarmi qualcosa per farti entrare al cinema di nascosto.»

Norma era in cucina a cercare le chiavi della moto. Ho sentito un fruscio, poi gli stivali che battevano sul pavimento. «Trovate!» ha annunciato un istante dopo. «Sei pronta?»

«Idea fulminante!» mi ha sussurrato Olive. «So come fare.»

*

«Sentiamo un po’» ha detto Norma a Olive «ricordami ancora una volta perché ti sei messa la mia giacca invernale.»

Eravamo in piedi, in coda per entrare al cinema. O meglio, io non ero in piedi. Mi trovavo sospeso da terra, nella tasca davanti della salopette di Olive, infilato comodamente sotto un ampio cappotto. Lo aveva chiuso fino al collo, ma l’aria circolava lo stesso, grazie al cielo. La corsa dentro il sidecar della moto era stata piuttosto impegnativa, avevo cercato di non aggrapparmi con troppa forza a ogni sterzata. Alla fine però ce l’avevamo fatta, che è la cosa più importante.

«Al cinema ho sempre freddo» ha detto Olive, spostando il peso da un piede all’altro.

«Questa giacca ti infagotta un po’» ha commentato Norma.

Un’altra voce ha detto: «Ecco qua! Due biglietti per vedere il film. Dietro l’angolo, a sinistra».

Olive ha afferrato il biglietto ed è corsa avanti, stringendo la cerniera del cappotto con una mano.

«Aspetta un secondo» ha detto Norma. «Olive. Olive!» Si capiva dal tono della voce: ormai sapeva tutto. Sapeva che mi trovavo sotto la giacca, e non ne era affatto contenta.



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