Racconti fatali by Leopoldo Lugones

Racconti fatali by Leopoldo Lugones

autore:Leopoldo Lugones [Lugones, Leopoldo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Narrativa
ISBN: 9791280097095
editore: Nova Delphi
pubblicato: 2020-09-15T22:00:00+00:00


Il segreto di Don Giovanni

A Tito Arata

Un ultimo impegno pomeridiano, la cui tirannica futilità diventa un obbligo più faticoso del lavoro e più mutevole dell’ansia nello stordimento di una metropoli, ci aveva causato, con il ritardo fatale degli appuntamenti portegni... senza carattere intimo – poiché voglio credere che quelli persino qui costituiscono un’eccezione – il contrattempo di non trovare un tavolo appartato in quel ristorante, un po’ rumoroso se si vuole, ma che il nostro anfitrione Julio D. considerava l’unico di Buenos Aires dove quattro amici disposti a celebrare in privato il ritorno di chi è stato assente potessero sedersi sicuri di un buon servizio.

Ci toccò quindi rassegnarci alla promiscuità certamente brillante della sala comune, con le sue donne molto bionde, i suoi gentiluomini ben sbarbati, la sua abituale orchestra e le sue luci da gioielleria, che valorizzavano sguardi cacciatori e diamanti audaci; ma Julio D., in qualità di cliente privilegiato, ottenne la promessa di un’eventuale sistemazione più appartata per il caffé.

Tutti voi conoscete Julio D. quanto basta per concedermi l’iniziale del suo cognome che avrete completato senza difficoltà, ma dietro la quale celo solo in parte per buona educazione, non esente qui da una giusta ironia, la caratteristica mancanza di puntualità con cui si era presentato nonostante fosse l’anfitrione.

Vero è che il nostro disinvolto amico sa comunque guadagnarsi il perdono, con la tenera lealtà di un affetto ai limiti dell’abnegazione per chi merita la sua amicizia e persino con la costanza già proverbiale del suo difetto. Franco, virile, cuore d’oro nel senso più ampio dell’espressione, è, rispetto al tempo, prezioso e inaffidabile come un orologio da donna. Il paragone appartiene a Julián Eguía, il quale, commentando una volta nel Círculo de Armas la “deliziosa inesattezza” e l’imperturbabile valore del nostro amico cui aveva fatto da padrino in quei due indimenticabili duelli, lo aveva definito, con uno dei suoi abituali giochi di parole:

“Da buon stoico qual è, ha la spensieratezza dell’ultima ora...”

A questo punto avrete capito di chi parlo.

Non ho invece motivo di nascondere il nome degli altri due commensali: Fabián Lemos, il noto sportsman appassionato di lettere classiche che coltiva con maestria, sebbene negandosi a pubblicare, il che senza dubbio è un peccato. E quell’eterno esiliato e brillante conversatore di Julián Eguía, che va avvicinandosi ai sessantacinque con instancabile oziosità – o per meglio dire, forse, divagazione di artista sterile – in giro per tutte le capitali eccetto la nostra – e sua fino al midollo del vecchio portegno qual è. Così risiede qui tre mesi ogni due o tre anni, senza timore di proclamare che in definitiva Buenos Aires gli sembra la brutta più bella del mondo.

Sì, dunque, Julián Eguía in persona, con la sua vivacità elegante, i suoi giochi di parole comunque affatto insistenti, il suo discreto sapere e persino saggezza di gran viaggiatore e di gran lettore, il suo abbandono romantico e le sue storie straordinarie che il minimo dubbio non deve interrompere, pena il castigo di un silenzio irriducibile e una curiosità mortificata con vera maestria.



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