Seraphina. La Ragazza Con Il Cuore Di Drago by Rachel Hartman

Seraphina. La Ragazza Con Il Cuore Di Drago by Rachel Hartman

autore:Rachel Hartman [Hartman, Rachel]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788820053444
pubblicato: 0100-12-31T23:00:00+00:00


Diciotto

LASCIAI il ballo molto presto, per andare a rifugiarmi nel santuario delle mie stanze. Avevo bisogno di curare il mio giardino e di dormire, se dovevo alzarmi presto. Erano sicuramente due ottimi motivi per abbandonare la festa.

Ma non furono quelle le vere ragioni. Non andai a trovare le mie bizzarre creature, e non andai a dormire.

Ero in preda all’irrequietezza. Mi spogliai, sistemando la pellanda e la veste con cura maniacale, lisciando le grinze con i pugni, come se quell’occupazione potesse calmarmi. Di solito non mi toglievo la sottoveste – odiavo vedermi nuda – ma ora la sfilai, la piegai, la ripiegai, la gettai sul paravento, la raccolsi, la lanciai di nuovo.

Camminai avanti e indietro strofinando le squame dello stomaco, lisce come uno specchio in un verso, simili a migliaia di denti affilati come rasoi nell’altro. Era quella, la mia natura. Quella. Mi costrinsi a guardare la distesa accidentata di mezze lune argentee, la linea mostruosa da cui spuntavano come denti che premevano contro una gengiva.

Ero un mostro. C’erano cose, al mondo, che non potevo avere.

M’infilai a letto, mi raggomitolai e piansi, con gli occhi serrati. Dietro le palpebre, esplose una miriade di puntini luminosi. Non entrai nel mio giardino; mi trovavo in un posto senza nome. Una porta si materializzò inaspettatamente nella nebbia indistinta della mia mente. Mi spaventai all’idea che fosse comparsa dal nulla senza essere evocata, ma servì a tirarmi fuori da quello stato di autocommiserazione.

La porta si aprì. Trattenni il respiro.

Pipistrello della Frutta fece capolino da dietro l’angolo. Mi persi d’animo. Si era comportato così bene da quando glielo avevo chiesto, che avevo quasi dimenticato di avere avuto qualche problema, con lui. Vederlo fuori del giardino mi spaventò. Non potevo fare a meno di pensare a Jannoula, alla sua mania di sbirciare e ficcare il naso dappertutto, e a come praticamente si fosse messa a rigovernare dentro la mia testa.

Quando mi vide, Pipistrello s’illuminò. Non sembrava particolarmente interessato alla mia mente; lui stava cercando me. Mi resi conto inorridita che ero nuda; cambiai l’immagine sostituendola con il pensiero.

«Mi hai trovato», dissi lisciando la mia veste fittizia o cercando di rassicurarmi che ci fosse. «Lo so, non sono venuta nel giardino, stanotte. Io… non ce la facevo. Sono stanca di doverlo curare. Sono stanca di essere… quello che sono.»

Lui mi porse le mani abbronzate e asciutte.

Presi in considerazione l’offerta, ma non avevo la forza di provocare una visione. «Mi dispiace. È tutto così difficile, in questo momento, e…» Non riuscii a continuare.

Dovevo tagliarlo fuori. Non sapevo dove trovare la forza per farlo.

Mi abbracciò; era basso, non mi arrivava nemmeno alle spalle. Lo tenni stretto, posai la guancia contro i nodi morbidi e scuri dei suoi capelli, e piansi. Poi, non so come, miracolosamente, mi addormentai.



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