Ti racconto i campioni del Milan by Demetrio Albertini

Ti racconto i campioni del Milan by Demetrio Albertini

autore:Demetrio Albertini [Albertini, Demetrio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Edizioni Gribaudo
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


CHRISTIAN PANUCCI

Christian d’Or, profumo di classe

Christian Panucci è arrivato a Milanello nel ’93 come il più promettente giovane difensore del panorama italiano. Si era distinto nel Genoa sia come terzino destro che come centrale, ed era stato comprato come rincalzo di un leggendario difensore come Tassotti. Una responsabilità enorme, specialmente se hai appena vent’anni. Giocare nel Milan è gratificante, ma anche molto impegnativo, per la sua storia, per le tante affermazioni sul campo e per il prestigio della società. Sono condizioni gravose. Se le patisci ti schiacciano, ma se le affronti le superi. È quello che fece Christian. Quando nei primi tempi gli toccò qualche panchina consecutiva, si fece sentire. Schietto, diretto, sicuro di sé e con una buona dose di spavalderia, ci mise poco a guadagnarsi una maglia da titolare. Aveva corsa e piedi buoni e poteva giocare in tutti i ruoli della difesa. Era bravo a lanciare e a crossare e spesso andava anche in gol. Nel corso della sua carriera ha segnato più di qualsiasi altro difensore. Aveva una scelta di tempo invidiabile sul colpo di testa e ogni volta che c’era un calcio d’angolo poteva scapparci il gol. L’unica pecca era che la sua soglia di attenzione non era costante nell’arco dei 90 minuti. Non era grave, ma in quel Milan, in cui la difesa si muoveva tradizionalmente come un ingranaggio perfetto, anche un piccolo calo aveva il suo peso. L’altro piccolo neo era la sua eccessiva sicurezza, tanto che a volte ha dovuto cambiare squadra per screzi con gli allenatori. In privato era diverso, e io ci sono andato subito d’accordo. Sebbene avessimo caratteri diversi, avevamo quasi la stessa età e ci siamo frequentati anche fuori dal campo. Capello stravedeva per lui, anche se lo riprendeva con durezza. Sapeva che la sua voglia di protagonismo era segno di grande personalità e la tollerava. Ricordo che nel ’94, alla vigilia della finale di Coppa dei Campioni contro il Barcellona, quando il mister – con Baresi e Costacurta fuori per squalifica – confermò Tassotti a destra con la fascia da Capitano, Christian, anche lui terzino destro, si fece avanti per non essere escluso. «Mister,» gli disse «io sono a disposizione anche per giocare a sinistra. Mi metta in campo dove vuole, basta che mi faccia giocare.» Capello si convinse e Panucci lo ripagò con una prestazione eccellente. Giocò benissimo, come tutti quella sera, e vincemmo 4-0. Un trionfo.



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