Trasparenze by Ayerdhal

Trasparenze by Ayerdhal

autore:Ayerdhal
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 88-7928-764-8
pubblicato: 2004-12-31T16:00:00+00:00


17 marzo 2000

Quello che si siede sulla panchina accanto a Michel il venerdì sera somiglia soltanto vagamente a Stephen. La barba di tre giorni, borse scure sotto gli occhi screziati di rosso, le Timberland aperte, slacciate, i jeans incrostati di fango fino a mezzo polpaccio, un lembo della camicia a quadri fuori dalla cintura, la giacca a vento imbrattata fino a metà schiena.

«Ti alleni per prendere il mio posto?»

Pare che Stephen mediti a lungo sulla domanda prima di rispondere:

«Sono andato a spasso per i monti del Lionese».

«Hai passeggiato per una settimana senza dormire o cosa?»

È vero che non si vedono da una settimana. Dal venerdì precedente, su quella stessa panchina, per il solito caffè con croissant, poche ore prima di…

«Ti ho parlato di Alana?»

«La greca?»

Certo che gliene ha parlato. Da quando Nussbauer lo ha costretto a rendersi conto che non ha altri amici, Stephen gli racconta tutto. Non ha nemmeno una compagna, ma questo lo psichiatra non poteva indovinarlo. Niente amici, nessuna compagna, giusto un pugno di colleghi e una ragazza ogni tanto, per la tenerezza o per ciò che più vi si avvicina a suo giudizio, e senza dialogo.

«Proprio. Ho passato il finesettimana con lei».

«In Grecia?»

Stephen sarebbe pronto a tornarsene a casa: la domanda lo irrita. No, non la domanda. È il fatto di dovervi rispondere che lo sfinisce prima del tempo, perché poi bisognerà rispondere alla seguente e alla successiva ancora. Ma, in fondo, è stato lui a sedersi su quella panchina.

«Era in trasferta in Svizzera. Ci siamo visti ad Avoriaz».

«Dalla tua faccia, direi che non è andata come speravi».

Michel risponde a botta pronta, mentre Stephen è costretto a fare uno sforzo sovrumano per aprir bocca. Chiude gli occhi per un momento. Quando li riapre, continua ad avere l'impressione che le sue mascelle siano bloccate, ma decide di non tenerne conto.

«È stato abbastanza piacevole».

«Allora ti sei innamorato. È vero che la Grecia non è dietro l'angolo… A meno che… Ti ha piantato la domenica sera?»

Stephen butta fuori le parole con difficoltà, Michel sembra una mitragliatrice.

«No. L'ho riaccompagnata a Ginevra, ma…»

«Allora ti sei innamorato».

«No». (Un no irritato.) «Insomma, non lo so. Non è importante». (Ora, la cosa più dura:) «Martedì, ho saputo che era morta».

«Merda!»

Non deve più fermarsi né lasciare che Michel lo interrompa. Deve buttar fuori tutto e subito. Deve.

«È stata assassinata appena scesa dall'aereo ad Atene. Ero a Berlino quando l'ho saputo, con Anton, Decaze e Carlo. Ti ho detto che avevamo creato una cellula con i tedeschi e l'FBI per incastrare Ann a Berlino? Be', martedì a mezzogiorno lei ce l'ha annientata. Per questo ero a Berlino».

«Mi avrebbe stupito il contrario».

Non fermarsi.

«C'era anche Smith. È stato lui a dirci di Alana. Insomma, è stato Decaze a fare il nome di Alana, ma Smith ne ha parlato per primo».

«Ehm… mi sembra tutto un po' confuso».

«Lo è. E non immagini fino a che punto! Quello stronzo voleva farci credere che fosse stata Ann a far fuori Alana».

«Decaze?»

«No, Smith».

«Non ci capisco più niente».

Dio! Il loro Dio! Com'è snervante Michel!

«È stato un servizio americano a far uccidere Alana imitando il modus operandi di Ann.



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