Volevo essere nessuno by Enea Angelo Trevisan & Francesco Mazza

autore:Enea Angelo Trevisan & Francesco Mazza
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2020-01-02T12:00:00+00:00

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Tanto per cominciare, 60 milioni di euro di fatturato quella società non li avrebbe raggiunti nemmeno in decenni.

La questione non era “di quanto” fosse sovrastimata la cifra, giacché l’ordine di grandezza reale non era neanche lontanamente paragonabile.

“Ma non hai controllato i bilanci, prima di metterti a lavorare per lui?” mi chiese incredulo il commercialista.

Cercai di accampare qualche giustificazione, ma la verità era che il pensiero non mi aveva sfiorato neanche lontanamente.

Sapevo che il prodotto funzionava e che lo si vendeva come il pane, avendo testato entrambi gli aspetti personalmente. Di conseguenza, la superficialità positiva aveva preso il sopravvento.

Una parte di me, di cui ero solo vagamente consapevole ma che sentivo presente, aveva dubitato del Pinocchione fin da quando era ancora un affascinante Piccolo Banderas che mi chiedeva una cifra da capogiro per eliminare i link senza nessuna garanzia.

I link erano stati davvero eliminati, ma per quella piccola porzione del mio inconscio non era cambiato nulla. Quella parte continuava a diffidarne e a suggerirmi di girare al largo.

Se mi fossi messo ad analizzare i bilanci, la parte diffidente avrebbe preso il sopravvento, obbligandomi a interrompere la collaborazione.

Era stata la superficialità positiva a far sì che io mi gettassi nel settore del diritto all’oblio applicato al Web col piglio dell’avventuriero.

Una scelta non esattamente responsabile, sono d’accordo, ma come ho già avuto occasione di dire è il concetto stesso di attività imprenditoriale a essere, a volte, antitetico al concetto di responsabilità.

E poi non avevo nessun motivo per preoccuparmi dei bilanci.

Ero solo un venditore, il cui compito si esauriva alla firma del contratto. La contabilità non era affar mio.

In ogni caso, un margine operativo così scarso stava a significare che la maggior parte del fatturato dell’azienda proveniva dai miei clienti, e che quindi, di tutta la società, il mio lavoro rappresentava l’asset principale.

Ma se si fosse trattato solo di un fatturato gonfiato, il tutto sarebbe rimasto circoscritto alla smargiassata di un ragazzo che voleva darsi delle arie, un qualcosa cui ero abituato da sempre: dalle mie parti, specie dopo le cinque di pomeriggio, non c’è bar dove non si trovi qualcuno che parli a vanvera di guadagni del tutto fittizi, con in mano un bicchiere di bianco o uno spritz.

Il problema era tutto il resto.

Le ventidue società che facevano parte del gruppo avevano un profilo abbastanza oscuro e una contabilità che potremmo definire disinvolta. E poi c’era una questione ancor più seria che riguardava il passato personale del Pinocchione.

Facendo ricerche sul suo conto, il commercialista si era imbattuto in un video YouTube non indicizzato e privo di tag, e per questo difficile da reperire.

Nel video si vede il ragazzo ospite di un programma televisivo spagnolo, uno di quei contenitori pomeridiani del tutto simile alle trasmissioni nazionalpopolari in onda su Canale 5 condotte da Barbara D’Urso.

Non si tratta di una celebrazione, anzi. A un certo punto, viene presentato un servizio che mette in dubbio la veridicità del racconto del mio possibile socio circa gli abusi che sosteneva di aver subito da bambino, per i quali il presunto colpevole si trovava in galera da anni.

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