Trauma by Daphne Bohémien

Trauma by Daphne Bohémien

autore:Daphne Bohémien [Bohémien, Daphne]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 2023-02-23T12:00:00+00:00


«Ehi.»

«Ehi.»

«Che fai?»

«Niente amore, stavo sistemando i trucchi», rispondo a Roberto mentre lascio la casa dell’ennesima coppia con cui ho fatto sesso e che voglio rovinare.

10

Posto finestrino

PRENDO la piccola busta di plastica bianca e col telefono spacco i cristalli di MD, lascio cadere qualche frammento sullo schermo e uso la tessera dell’ATM per pestare il composto e renderlo il più fine possibile, arrotolo una banconota da venti euro, la infilo nella narice e tiro su con forza. Quel che resta me lo spalmo col dito sulla lingua.

«Amo, ma non la metti nel drink?»

«No, mi fa venire mal di pancia, e così mi sale prima.»

Esco dal fetido bagno del club, col pavimento perennemente bagnato di alcol e piscio, rivolgendo un’occhiataccia alle ragazze in fila, che mentre ero dentro avevano cercato di mettermi fretta. Mi dirigo verso il bar, c’è coda anche qui, ma non è un problema, mi conoscono e mi serviranno per primo.

«Vodka Red Bull, grazie», e intanto il groppone amaro della droga mi scende lungo la gola, la serata sta per cominciare davvero.

La musica è talmente forte che non riesco a sentire i miei pensieri, fortunatamente. Fluttuo sulla pista, sotto una cassa, lasciando che il ritmo martellante della techno mi stordisca. Il cranio esplode in tanti piccoli soli accecanti lontano dal corpo, la mia faccia stampata su quella di un altro mi viene addosso come una molla, con la bocca spalancata. Non ho sentimenti né reazioni emotive, sento solo il calore delle persone, sagome che si dimenano emergendo da una nebbia rossastra, un calore che sfuma sotto l’ombelico come un tramonto, lasciando in superficie una sottile incandescenza. Persino gli spintoni della gente che balla sembrano accettabili con la giusta quantità di droga, penso mentre mi faccio spazio nella folla.

Trovo un angolo che mi piace e inizio a ballare, riconosco i volti intorno, sono i volti di bimbi sperduti come me in questa strana isola che non c’è, ci scambiamo sorrisi e le nostre pupille dilatate s’incontrano e rimbalzano come biglie di vetro nere.

«Amo, andiamo in bagno?»

«Sì.»

Poi bevo un altro drink.

Al bancone del bar vedo alcuni tizi che mi sembra di conoscere, e non solo di vista, mi giro verso l’amico con cui sto facendo serata, il mio personale Virgilio in questo inferno che tanto amo, e gli chiedo: «Oh, ma quelli perché li conosco?»

«Eh amo, il solito, o ci hai scopato o ci hai litigato!»

«Hai ragione», rido. «Ma vorrei capire se lə devo salutare.»

«Facciamo un richiamino? Così al massimo puoi dire che eri troppo fatta!»

«Che coglione, dai sì, andiamo», e corriamo nuovamente in bagno per un’altra raglia, ridendo a crepapelle.

«Un Vodka Red Bull.» Sarà il quarto ormai.

«Amo, ne hai ancora?»

«Eh no, prendiamo un’altra busta?»

«Ovvio.»

Setacciamo in lungo e in largo la sala prima di beccare il pusher, è seduto su uno dei divanetti rossi del locale, le gambe accavallate, sorride e annuisce come un politico ad alcune persone accanto a lui.

Mi avvicino e interrompo la conversazione, schioccandogli un bacio sulla guancia.

«Amore, ciao!» mi abbraccia come una tenaglia. E, rivolto alle altre persone: «La riconoscete? È Daphne Bohémien».



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