Non ho ucciso l'Uomo Ragno by Mauro Repetto Massimo Cotto & Massimo Cotto

Non ho ucciso l'Uomo Ragno by Mauro Repetto Massimo Cotto & Massimo Cotto

autore:Mauro Repetto, Massimo Cotto & Massimo Cotto [Repetto, Mauro & Cotto, Massimo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-07-24T12:00:00+00:00


Resterò qui una sola stagione. Il tempo di respirare, di ritemprarmi, di rinascere. Questo è quello che mi dico. Un anno qui, io volto sconosciuto tra i volti sconosciuti di Disneyland. Penso a Walt Disney e a Claudio Cecchetto, che per me è il Walt Disney italiano, perché trasforma sguattere e rospi in principesse e principi, come ha fatto con noi. Dopo aver preso pernacchie che ci hanno sollevato da terra per sbatterci in cantina, giù dalle scale, è arrivato lui e la nostra vita è diventata, almeno all’inizio, una favola. Un anno e via. Torno a casa e quel che sarà, sarà.

Il primo anno vola e a me non viene alcuna voglia di tornare. Tornare perché? E per fare cosa? Decido di rimanere. Sono a casa tra questi cartoni animati. Loro si rialzano quando cadono. La stessa cosa che ho provato a fare io. Ti ricordi quando parlavo di mitridatizzazione?

Quando si ricomincia da zero, bisogna farlo davvero. Il cambio di vita deve essere radicale. Dentro di me c’è una voce che mi spinge a crederci. Ho sempre creduto ai miei progetti, ai miei sogni, ma stavolta è diverso. Davanti non ho orizzonti, non ci sono traguardi. Non cerco la fama, nemmeno dischi o film.

Sono in metropolitana. Il treno procede tranquillo, quasi come me. Guardo il buio fuori dal finestrino. Vedo la mia immagine riflessa. All’improvviso mi chiedo chi sono, che cosa voglio davvero. Il treno si ferma a una stazione. C’è gente che scende e altra che sale. Io dove sono? Sto scendendo da una nuova vita e salendo su un altro treno, ma si può viaggiare senza sapere dove vuoi andare, senza conoscere la meta?

Il treno riparte. Non ho risposte. Solo una voce, quella voce che ho dentro e che mi dice di non avere paura, di buttare ogni zavorra. Il senso non è oggi, è arrivare a domani. Domani capirai. Domani. Per il momento si tratta di resistere.

Il treno si ferma ancora. Passeggeri corrono veloci verso l’uscita o la coincidenza di un’altra linea, altri entrano, cercano un posto a sedere, guardano il telefono, pochi, o tirano fuori un libro. All’improvviso, capisco. Ho pensato per tanto tempo che il mio compito fosse farmi dimenticare, scomparire. Invece no. Non devo farmi dimenticare. Devo dimenticarmi. Sono io il problema, non gli altri. Guardo il telefono, cerco il calendario. 21 ottobre 1997. Sono passate due settimane dal mio arrivo in Francia. Autunno. Ombre. Il buio della metropolitana. Il buio di Parigi che mi aspetta all’uscita, prima di ritrovare le luci di casa e del mio quartiere.

Un fantasma.

Ecco la risposta.

Chi sono? Chi voglio diventare?

Un fantasma.

Dico sul serio.

Arriva il momento di scendere. Finalmente ho la risposta alle mie domande. Cammino verso casa e mi dico che una risposta generica non può bastare. Serve un piano. Un piano per diventare un fantasma. Un programma per ricaricare finalmente le mie batterie, sparire e sparirmi senza più dare segni di vita. E poi, eventualmente, tornare.

Mi ricordo la prima sera, a Parigi. Era il 7 ottobre 1997.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.