2020-02-15 16:54:04.335474 by Unknown

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autore:Unknown
Format: epub


La spesa per pensioni in Italia non è alta

Tutto questo ci porta a una bufala che circola da diversi anni, quella secondo cui la spesa pensionistica in Italia non è particolarmente alta rispetto agli altri paesi. Sembra alta, si sostiene, solo per tre distorsioni contabili: primo, l’Istat considera come spesa per pensioni anche i pagamenti fatti ai pensionati come liquidazione, un istituto particolarmente rilevante in Italia; secondo, la spesa è riportata in Italia al lordo della tassazione sulle pensioni, che è più alta nel nostro paese rispetto all’estero; terzo, i dati italiani classificano come spesa pensionistica delle erogazioni che hanno natura assistenziale, non strettamente previdenziale (colpa dell’Istat o dell’Eurostat, l’istituto statistico europeo, le cui convenzioni statistiche l’Istat applica).

Vorrei chiarire una cosa. A mio avviso, la storia che la nostra spesa pensionistica non è alta perché occorre applicare tutte queste correzioni ai dati pubblicati dall’Istat è una bufala, ma non vorrei offendere nessuno. Anche grandi esperti di sistemi pensionistici pensano che i confronti internazionali siano fuorvianti. Io sono di diverso parere e vi spiego perché.13

Partiamo dai numeri. Nelle classifiche internazionali l’Italia appare di solito al secondo posto tra i paesi avanzati in termini di rapporto tra spesa per pensioni e Pil. Per esempio, nella classifica pubblicata dall’Ocse sulla spesa per pensioni nel 2013 (e le cose in termini relativi non possono essere cambiate molto da allora), al primo posto troviamo la Grecia, con il 17,4 per cento, e al secondo l’Italia, con il 16,3 per cento, ben al di sopra della media Ocse (8,2 per cento). Chi critica questi confronti lo fa, come si è detto, per tre motivi. Vediamoli e vediamo anche perché le argomentazioni non mi sembrano valide.

Primo, la spesa per pensioni in Italia comprende le liquidazioni (il trattamento di fine rapporto), che non sarebbero pensioni. Si tratta però di una cifra piuttosto modesta, corrispondente a circa lo 0,4 per cento del Pil. In ogni caso, sono soldi che spettano a chi va in pensione, e il fatto che siano pagati in un colpo solo piuttosto che per importi mensili non mi sembra che ne cambi la natura di spesa pensionistica.

Secondo, in Italia si pagano tasse elevate sulle pensioni, più elevate che all’estero. Questo è vero. Ma anche al netto della tassazione siamo al secondo posto. Nella classifica che l’Ocse pubblica anche al netto della tassazione l’Italia, sempre per il 2013, è ancora al secondo posto con il 13,4 per cento del Pil, dopo la Grecia (16,2 per cento del Pil) e prima del Portogallo (13 per cento del Pil).

Terzo, la spesa per l’Italia comprenderebbe spese che non sono per previdenza, ma per assistenza. La differenza qual è? Le spese per previdenza sarebbero relative a pensioni per cui si sono pagati i contributi, mentre quelle per assistenza sarebbero relative a pensioni per cui non si sono pagati abbastanza contributi (per esempio, l’integrazione per raggiungere il trattamento minimo), per cui lo stato interviene con fondi propri. La distinzione tra spese previdenziali e assistenziali venne formalmente introdotta in Italia, ai fini



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