Erewhon by Samuel Butler

Erewhon by Samuel Butler

autore:Samuel Butler
La lingua: ita
Format: epub
editore: Adelphi
pubblicato: 2017-05-30T16:00:00+00:00


CAPITOLO XVI

Arowhena

Il lettore probabilmente avrà già capito ciò che io stesso intuii dopo nemmeno ventiquattr’ore dal mio arrivo in casa Nosnibor; cioè che, benché tutti mi colmassero di attenzioni, non riuscivo a provare una vera simpatia per nessuno di loro, tranne per Arowhena, che era completamente diversa dal resto della famiglia. I miei ospiti non erano fra i migliori esemplari della razza erewhoniana. Conobbi molte altre famiglie, con cui essi scambiavano visite, e non so dire quanto i loro modi mi abbiano conquistato; ma non riuscii mai a liberarmi dalla prima, istintiva prevenzione verso il signor Nosnibor, per la sua appropriazione indebita. La signora Nosnibor era, lei pure una donna molto attaccata ai beni terreni, anche se a sentirla parlare si sarebbe detto tutto il contrario. Zulora, poi, non la potevo soffrire. Arowhena, invece, era la perfezione personificata.

Era lei che faceva tutte le piccole commissioni per la madre, per il padre e per la sorella, e dava quelle mille prove di bontà e di abnegazione che qualcuno, in ogni famiglia, deve necessariamente dare. Arowhena qui, Arowhena lì; non si sentiva altro, tutto il giorno. Ma Arowhena sembrava non si accorgesse che approfittavano di lei; era sempre gaia e piena di buona volontà, dalla mattina alla sera. Zulora era indubbiamente molto ben fatta, ma Arowhena, fra le due, era di gran lunga la più graziosa, il non plus ultra della giovinezza in fiore e della bellezza. Non tenterò di descriverla, perché ogni descrizione sarebbe talmente inferiore alla realtà che potrebbe dare al lettore solo un’idea inesatta. Immagini egli la più amabile delle fanciulle, e sarà ancora lontano dal vero. Ciò detto, non occorre aggiungere che l’amavo.

Essa doveva aver intuito i miei sentimenti nei suoi riguardi, ma io facevo il possibile per non lasciarne trapelare il minimo segno. Avevo molti motivi per agire così. Non sapevo che cosa ne avrebbero detto il signor Nosnibor e sua moglie; ma capivo che se i genitori si fossero opposti, come probabilmente avrebbero fatto, dato che l’unica mia ricchezza era la pensione di circa una sterlina al giorno assegnatami dal re, Arowhena, almeno per il momento, non mi avrebbe guardato. Ignoravo ancora resistenza di un ostacolo molto più serio.

Nel frattempo ero stato presentato a corte. L’accoglienza fattami dai sovrani parve a tutti singolarmente affabile. Ebbi infatti diversi colloqui col re e con la regina, durante i quali la regina mi prese un po’ alla volta tutto quello che possedevo al mondo, compresi i vestiti e il resto, salvo i due bottoni che avevo regalato a Yram. e la cui mancanza parve contrariare molto Sua Maestà. Mi regalarono un abito di corte, e la regina ordinò che i miei vecchi vestiti venissero messi su un manichino di legno. Forse si trovano ancora là, se non sono stati tolti dopo che fui caduto in disgrazia. Quanto al re, aveva i modi di un raffinato gentiluomo inglese. Fu molto lieto di sapere che al mio paese avevamo un governo monarchico, e che la maggioranza della nazione era ben decisa



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