Demian by Hermann Hesse

Demian by Hermann Hesse

autore:Hermann Hesse
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 0016698-3
editore: Arnoldo Mondadori Editore
pubblicato: 1982-12-31T16:00:00+00:00


Rileggendo queste ultime parole “perfetta serietà” mi viene in mente un'altra scena, la più impressionante che mi sia capitata con Max Demian, quasi all'epoca della nostra puerizia.

Si avvicinava la cresima, e le ultime lezioni di religione trattavano dell'eucaristia. Il prete ci teneva e non risparmiava fatiche, tanto che in quelle ore si sentiva davvero una certa solennità. Ma proprio nelle ultime lezioni i miei pensieri seguivano un altro filo, e precisamente la personalità del mio amico. Mentre ero incamminato verso la cresima che, come ci dicevano, rappresenta il nostro solenne ingresso nella comunità della Chiesa, mi s'imponeva imperiosamente l'idea che il valore di quell'istruzione religiosa durata quasi un semestre non consistesse in ciò che avevamo imparato, sibbene nella familiarità con Demian e nella sua influenza. Ero pronto a entrare, non già nella Chiesa, ma in qualcosa di ben diverso, in un ordine del pensiero e della personalità che in qualche modo doveva trovarsi su questa terra e il cui rappresentante o profeta doveva essere il mio amico.

Cercavo di allontanare da me questo pensiero, mi preparavo seriamente, nonostante tutto, ad accogliere la cresima con una certa dignità, che anzi mi sembrava poco conciliabile con quella mia idea. Ma nonostante i miei sforzi, l'idea c'era e a poco a poco si fuse con quella della prossima festa liturgica che ero disposto a celebrare in modo diverso dagli altri, perché doveva essere l'ingresso in un mondo di pensiero quale avevo conosciuto in Demian.

Sennonché, proprio in quei giorni ebbi a discutere vivacemente con lui. Fu prima di un'ora di istruzione. L'amico stava abbottonato e non apprezzava il mio discorso che forse era troppo saccente e presentato con aria d'importanza.

«Noi parliamo troppo» disse con insolita gravità. «I discorsi intelligenti non contano, non hanno alcun valore. Non si fa che allontanarsi da se stessi. E allontanarsi da se stessi è peccato. Bisogna ritirarsi in sé come fa la testuggine.»

Poco dopo entrammo nell'aula. La lezione ebbe inizio, io cercai di stare attento e Demian non mi disturbò. Ma dopo qualche istante cominciai a sentire di fianco, dove lui era seduto, un che di singolare come un vuoto, un freddo o qualcosa di simile, quasi il posto fosse rimasto d'improvviso vacante. Quando quella sensazione divenne opprimente mi volsi verso l'amico e lo vidi seduto col busto eretto come al solito. Eppure era diverso dal solito, qualcosa emanava da lui e gli formava intorno un alone che non conoscevo. Pensai che tenesse gli occhi chiusi, ma vidi che li aveva aperti. Erano però senza sguardo, fissi e rivolti all'interno o molto lontano. Stava del tutto immobile, pareva quasi non respirasse e le sue labbra sembravano incise nel legno o nel sasso. Aveva il viso pallido, uniformemente sbiancato come pietra, mentre la cosa più viva erano i capelli castani. Le sue mani giacevano sul banco, ferme e inanimate come oggetti, come sassi o frutta, bianche e immobili, ma non afflosciate, bensì pari a solidi involucri di una vita energica e recondita.

Quella vista mi fece tremare. “È morto” pensai, e quasi lo dissi ad alta voce, Ma sapevo che non era morto.



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