2020-08-15 03:43:07.162194 by Unknown

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autore:Unknown
Format: epub


Partito! Ovvero Mr Armstrong va a Bampton

«Che cosa posso fare?» chiese Armstrong per la centesima volta mentre camminava nervosamente davanti al caminetto del soggiorno. Bess stava lavorando a maglia accanto al fuoco. Per la centesima volta lei scosse il capo, costretta ad ammettere che non lo sapeva.

«Andrò a Oxford. Cercherò di chiarire le cose con lui.»

Bess sospirò. «Non ti ringrazierà di certo. Finirai soltanto per peggiorare la situazione.»

«Ma devo pur fare qualcosa. I Vaughan vivono con la bambina e si affezionano di più a lei ogni giorno che passa, e Robin non fa niente! Perché non prende una decisione? Qual è la causa di questo ritardo?»

Bess alzò uno sguardo perplesso dal suo lavoro. «Non ti dirà nulla finché non sarà pronto. E forse, neppure quando lo sarà.»

«Stavolta è diverso. Stavolta si tratta di una bambina.»

Bess sospirò di nuovo. «Alice. La nostra prima nipotina.» Sembrava malinconica, ma poi scosse la testa. «Se lo è davvero. Finirà male, se pretendi una spiegazione da lui. Sai com’è fatto.»

«Allora tornerò a Bampton.»

Lei lo guardò. Il viso di suo marito era fermo, determinato.

«E cosa farai a Bampton?»

«Voglio cercare qualcuno che conosceva Alice. Portarlo a Buscot. Metterlo di fronte alla bambina e stabilire una volta per tutte chi è.»

Bess aggrottò la fronte. «E tu credi che i Vaughan lo permetteranno?»

Armstrong aprì la bocca e la chiuse di nuovo. «Hai ragione» ammise con un gesto di sconforto. Ma non poteva lasciar cadere la questione. «Però se ci vado, potrò almeno trovare qualcuno che sa, dopodiché potrò parlare a Robin e vedere se vuole trattare con i Vaughan e... oh, non so. Il punto è questo, Bess: cos’altro posso fare? Non posso fare niente.»

La donna gli rivolse uno sguardo pieno d’affetto. «No. Non sei mai stato bravo in queste cose.»

La pensione di Bampton non aveva un aspetto più rispettabile dell’ultima volta che l’aveva vista, ma di certo sembrava più allegra. Da una finestra aperta del piano superiore Armstrong udì il suono di un violino e lo scalpiccio disordinato tipico degli ubriachi che, avendo arrotolato i tappeti, ballano sul parquet. Scrosci di risate femminili erano intervallati da fragorosi applausi, e c’era un tale strepito che dovette suonare due volte per farsi sentire.

«Entra, tesoro!» esclamò la donna che gli aprì, a piedi nudi e con il viso rosso per l’eccitazione o gli alcolici, e subito si diresse al piano di sopra facendogli cenno di seguirla. Armstrong obbedì e ricordò l’ultima volta che aveva salito quelle scale, quando la poveretta morta nella stanza all’ultimo piano per lui era solo la firma su una lettera e Alice solo un nome. La donna lo condusse al primo piano, dove un gruppetto di uomini e donne saltellavano in una specie di danza campestre mentre il violinista li sfidava suonando sempre più veloce. La donna cercò di mettergli in mano un bicchiere di liquore trasparente e, al suo rifiuto, lo invitò a unirsi alle danze.

«No, grazie. Come se avessi accettato. In realtà sono qui per vedere Mrs Eavis.»

«Non c’è, grazie al cielo. Ti divertirai molto



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