Alessandro Barbero by La voglia dei cazzi e altri fabliaux medievali

Alessandro Barbero by La voglia dei cazzi e altri fabliaux medievali

autore:La voglia dei cazzi e altri fabliaux medievali
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
Tags: Saggi
editore: Mercurio
pubblicato: 2013-12-11T02:12:40+00:00


L'evesque qui bene"i le con

Questo fabliau, conservato nel solo ms.

Berna 354, è una storia di vescovi libertini e dame disinibite, e vi lleggiature in campagna, che a prima vista richiama più lo Choderlos de Laclos delle Relazioni pericolose che non i I Medioevo. Testo secondo NRCF, voi. VI, n. 68.

Il vescovo che benedisse la fica

C'era una volta un vescovo che amava la compagnia delle signore, e anche delle ragazze, e non faceva fatica a trovarne di belline; pagava bene, e ne aveva sempre a disposizione, pronte a fare tutto quello che voleva. Perché, sia detto fra parentesi, quelle pensano solo ai soldi, e se uno non può pagare, e parecchio, può scordarselo di aver fortuna con le donne; è così che sono fatte, quelle.

Be', comunque, torniamo al nostro vescovo, che poi era il vescovo di Bayeux, in Normandia. Questo vescovo, dunque, aveva una sua proprietà in campagna, mica tanto lontano dalla città, a due leghe, o giù di lì; il nome del paese non me lo ricordo, ma comunque si era fatto costruire lì una villa, e ci andava volentieri a divertirsi, perché fuori città poteva fare i suoi comodi senza che nessuno venisse a scocciarlo.

Ora, in quel paese viveva un prete, un tipo sveglio, e questo prete stava con una donna, e si volevano bene; anche lei era una donna notevole, un tipo forte. E il vescovo, si capisce, non era per

niente contento, e già parecchie volte aveva avvertito il prete che non poteva continuare così, e che quella donna doveva cacciarla; e il prete, ogni volta, gli spiegava che lui non poteva assolutamente vivere senza di lei. Alla fine il vescovo si è seccato sul serio; se uno è prete, gli fa, non può vivere con una donna, perciò vedi di liquidarla, altrimenti d'ora in poi ti proibisco di bere vino! Eccellenza, gli fa il prete, se è così, vorrà dire che diventerò astemio, e non berrò più vino. Se ne torna a casa e racconta tutto alla pretessa: cazzo, le fa, senti un po' che disgrazia mi è capitata, il vescovo mi ha proibito di bere vino! Davvero, fa lei, che fregatura, pensare che il vino ti piaceva tanto! Ce l'ha proprio con te, il tuo vescovo! Be', senti, se te l'ha comandato non c'è niente da fare, bisogna obbedire, non ne berrai più di vino. Vorrà dire che lo succhierai con la cannuccia; ti ha proibito di berlo, mica di succhiarlo. E quanto a me, ti comando di succhiarlo, e guai a te se disubbidisci! Ma il prete non ci pensa nemmeno, a disubbidirle; e da allora in poi non ha più bevuto vino, ma ne ha succhiato un bel po'.

Alla fine il vescovo è venuto a saperlo; si vede che qualcuno aveva fatto la spia. Convoca il prete, e gli fa: be', finché continuerai a vivere con quella donna, ti proibisco di mangiare polli. Ma eccellenza, gli fa il prete, è una bella seccatura! Comunque non c'è niente da fare, se comandate obbedirò. Tornato a



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