La Gerusalemme liberata by Torquato Tasso Franco Tomasi

La Gerusalemme liberata by Torquato Tasso Franco Tomasi

autore:Torquato Tasso, Franco Tomasi [Tasso, Torquato]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2009-07-15T00:00:00+00:00


CANTO UNDICESIMO

Benché l’esercito cristiano sia ancora privo del necessario aiuto di Rinaldo, Goffredo, poiché sono pronte le macchine da guerra, decide di tentare ugualmente l’assedio di Gerusalemme: si apre così un canto tutto guerresco e militare, per il quale Tasso riprende con grande fedeltà le cronache storiche (Guglielmo Tirio su tutti), in ossequio alle ragioni del “verosimile”, cercando semmai di riscriverle attraverso movenze virgiliane.

L’assalto è preceduto, su suggerimento di Pietro l’Eremita, da una processione dei soldati crociati presso il monte Oliveto (1-17), con lo scopo di invocare la grazia divina e di ribadire il fine sacro della loro missione militare. Al sorgere del nuovo giorno, in un clima di trepida attesa, mentre l’esercito cristiano sta per muoversi, Goffredo si presenta alla battaglia nelle vesti di semplice fante, ricevendo le dure critiche di Raimondo, che gli ricorda come la funzione di guida, di capitano non sia compatibile con quella del privato guerriero, ma Goffredo — ricordando un voto fatto prima di partire per la crociata — si dimostra irremovibile (18-25). Dalle mura di Gerusalemme si avvistano intanto i movimenti dei crociati e si predispongono le difese (26-30), con i grandi eroi Argante, Solimano e Clorinda, appostati sulle mura, pronti a intervenire. Dopo aver sistemato i suoi uomini, Goffredo dà il via all’attacco (31-40): in una scena di grandi movimenti di massa, si vede l’avanzare impetuoso delle grandi macchine da guerra cristiane che si avvicinano alle mura della città, nonostante la fitta serie di colpi dei difensori; tra questi, spicca l’abilità di Clorinda che con il suo arco non fallisce un colpo, uccidendo o ferendo alcuni tra i più importanti cavalieri cristiani (41-45). Ma l’incessante azione degli arieti crociati apre una breccia nelle mura della città e tutto lo scontro converge proprio su questo punto: è lo stesso Goffredo che vuole guidare — in qualità di fante — l’assalto ma, proprio mentre cerca di entrare tra i massi crollati, viene colpito da una freccia, probabilmente scagliata da Clorinda (51-56). È il momento di svolta del canto: il capitano, suo malgrado, è costretto a ripiegare e le sorti stesse del conflitto volgono al peggio per i cristiani, sconfortati dalla notizia del ferimento di Goffredo. Il suo desiderio di essere capitano e al contempo fante in prima linea si profila dunque come un vero e proprio “errore” di carattere strategico e militare che sembra ricadere su tutto l’esercito. Non a caso profittano di questa crescente difficoltà dei crociati Solimano e Argante, che sbaragliano gli avversari e si sfidano a gara per dimostrare chi tra i due possa vantarsi di essere considerato il più valoroso (61-67). Si cerca, nel frattempo, di curare la ferita subita da Goffredo, ma nonostante tutti gli sforzi del medico Erotimo tutto sembra vano: sarà un nuovo intervento divino, attraverso l’angelo custode, a sanare miracolosamente il capitano (68-75), un inserto di carattere meraviglioso riportato di peso dall’Eneide (XII, 384-431). Prodigiosamente rinvigorito, Goffredo torna sul campo di battaglia e ridà fiducia ai suoi uomini, anche se lo scontro deve essere sospeso per il sopraggiungere della notte.



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