Caboni Cristina - 2015 - La custode del miele e delle api by Caboni Cristina

Caboni Cristina - 2015 - La custode del miele e delle api by Caboni Cristina

autore:Caboni Cristina [Caboni Cristina]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Literature & Fiction, Contemporary Fiction, Romance, Italian, Foreign Language Fiction, Foreign Languages
ISBN: 9788811143451
editore: Garzanti
pubblicato: 2015-09-16T22:00:00+00:00


17.

Miele di tarassaco (Taraxacum officinale)

Pungente, penetrante, profuma di fieno e di camomilla essiccata. È il miele della leggerezza e dell’immaginazione. Scaccia le tensioni e i timori. Evoca corse sui prati e cieli limpidi. Il suo colore è ambra, la cristallizzazione fine.

«E così alla fine è tornata.» Il fabbro terminò di riporre le attrezzature. Aveva sostituito la serratura dell’ingresso, del cancello e della porta sul retro. Nicola si tolse i guanti e gli strinse la mano.

«Questo è un bel paese. Immagino che lo sia anche per lei.»

Fabio Ortu si guardò attorno. «Diamine, se hai ragione! All’inizio del mio matrimonio siamo andati ad abitare in città. Carla aveva trovato lavoro. A me non era mai mancato. Uno che sa aggiustare le cose non resta mai senza far niente. Dopo un anno siamo tornati. Qui guadagniamo molto meno, ma tutto è a misura d’uomo. Ci sono stati dei mesi in cui l’unica cosa che dividevo con mia moglie era il letto. E non fraintendermi, ci crollavo sopra come un sacco di pietre.»

Quella confidenza gli strappò un sorriso. Lui e Fabio da bambini erano stati amici e quelle erano cose che il tempo non poteva cambiare, come quella sorta di familiarità che restava intatta a dispetto di tutto.

«Quanto ti devo?» Nicola aprì il portafoglio. Non vedeva l’ora di tornare dentro e parlare con Angelica.

«Passa in ufficio, ti farò preparare la fattura da Carla, devo fare un paio di conti.»

«Come preferisci. Come sta?»

Fabio sorrise. «Considerando che è di sette mesi, direi abbastanza bene.»

Fu l’espressione dell’amico a colpire Nicola. Fabio aveva nello sguardo un’intensa soddisfazione, e orgoglio.

«E tu? Non hai intenzione di sposarti?»

Scosse la testa. «No. Non sono tagliato per questo genere di cose.»

Un lungo silenzio. «Sai, Nicola, il problema di voi ricchi è che pensate troppo e vi perdete un mucchio di cose. Stammi bene e salutami Angelica. Lo sa dio perché è tornata. Io al suo posto avrei mandato al diavolo tutti in questo paese e la casa l’avrei venduta a un allevamento di pappagalli, di quelli che fanno un mucchio di chiasso dalla mattina alla sera.»

L’immagine era talmente assurda da far scuotere la testa a Nicola. «Non so da dove ti vengano certe idee.»

Il sorriso allegro di Fabio si attenuò. «Ho sentito dire che tuo fratello sta facendo le cose in grande.»

Nicola si irrigidì. «La gente parla troppo.»

Se era un rimprovero, Fabio non lo colse. Si strinse nelle spalle. «Quando si è l’unico fabbro del paese è normale, credo. Capita che devi cambiare una serratura nella casa del sindaco, ad esempio, e non è che puoi tapparti le orecchie mentre lui si vanta al telefono che presto il paese avrà, cito le testuali parole: “un campo da golf internazionale e il porto più moderno della Sardegna”. Ha detto che ci avrebbe fatto ormeggiare Luna Rossa.»

«Stai scherzando, vero?»

«Ti sembra che stia ridendo?»

No, nemmeno un po’. «Salutami Carla», gli disse dandogli una pacca sulla spalla. «Passerò in serata.»

«Glielo dirò. Tu preparati a rispondere a un paio di domande.» Indicò la casa.

Nicola fece una smorfia. «Scordatelo!»

«Io ti ho avvisato.



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