Lire 26.900 (Italian Edition) by Frédéric Beigbeder

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autore:Frédéric Beigbeder [Beigbeder, Frédéric]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2016-09-02T00:00:00+00:00


5.

La seconda sera il maestro di cerimonia aveva organizzato una spedizione nella savana. Scopo: far credere agli impiegati in contratto a tempo indeterminato che andavano a vedere il paese, che evadevano dalla loro prigione di lusso. Naturalmente non era affatto così: trasportati in 4 x 4 in riva al Lago Rosa per uno spettacolo di danza africana seguito dal tipico montone allo spiedo, non avrebbero visto nulla di vero. Si sarebbero spostati unicamente per verificare che il paesaggio assomigliava proprio alla brochure fornita dal tour operator. Il turismo trasforma il viaggiatore in controllore, la scoperta in verifica, lo stupore in avvistamento, il Routard in san Tommaso. Ciononostante Octave si faceva divorare dalle zanzare; un che di avventura restava dunque possibile se si dimenticava lo spray alla citronella nella camera d’albergo.

Dopo cena un incontro di lotta senegalese contrappose i seminaristi (firmati Lacoste) ai guerrieri della finta tribù (travestiti da indigeni dei film di Tarzan). Un’occasione per godersi Marronnier in slip che si rotolava nell’argilla, con sottofondo di tam-tam, sotto l’enorme baobab, la luna, le stelle, il vino che sa di benzina, le risa dentute dell’addetta alle pubbliche relazioni, lo sguardo affamato dei bambini del posto, il calore dell’erba di Casamance, il couscous piccante, e Octave che aveva di nuovo voglia di abbracciare il cielo, di ringraziare l’universo per il solo fatto di esserci, anche provvisoriamente.

Amava quest’umidità permanente che fa scivolare le mani sulle pelli. Dà ai baci un sapore bruciante. Ogni dettaglio acquista valore quando niente ha più senso. Disintossicarsi da tutto era il minimo vitale per un tossico. Octave era partito a ritroso in questo viaggio obbligatorio; ora ecco che sfiorava il sublime, toccava l’eterno, carezzava la vita, superava il ridicolo, comprendeva la semplicità. Quando il pusher soprannominato “Miniera d’Oro” gli consegnò il sacchettino quotidiano di marijuana, si stravaccò sulla spiaggia balbettando: “Sophie”, il nome che gli mozzava il fiato.

“L’amore non ha niente a che vedere con il cuore, un organo ripugnante, una specie di pompa fradicia di sangue. L’amore stringe prima di tutto i polmoni. Non bisognerebbe dire ‘ho il cuore a pezzi’, ma ‘ho i polmoni soffocati’. Il polmone è l’organo più romantico: tutti gli amanti si prendono la tubercolosi; non è un caso se è di questa malattia che sono morti Čechov, Kafka, D.H. Lawrence, Frédéric Chopin, George Orwell e santa Teresa di Lisieux; quanto a Camus, Moravia, Boudard, Marie Bashkirtseff e Katherine Mansfield, avrebbero scritto gli stessi libri senza questa infezione? E neanche la Signora delle camelie è deceduta per un infarto del miocardio; questa è la punizione riservata agli arrivisti stressati, non a chi si lascia trasportare dai sentimenti.”

Octave si librava e parlava da solo:

“Tutti hanno dentro di sé una pena d’amore che sonnecchia. Un cuore che non sia stato infranto non è un cuore. I polmoni aspettano la tubercolosi per sentire che esistono. Io sono il vostro professore di educazione tisica. Bisogna avere un nenufaro nella cassa toracica, come Chloé in La schiuma dei giorni o Mme Chauchat in La montagna incantata. Mi piaceva



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