Ci vediamo in agosto by Gabriel García Márquez

Ci vediamo in agosto by Gabriel García Márquez

autore:Gabriel García Márquez [García Márquez, Gabriel]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2024-01-31T12:00:00+00:00


5

La notte del sedici agosto successivo era già prevista dal suo destino. Trovò l’isola stravolta da un convegno mondiale sul turismo, senza una stanza disponibile negli alberghi e le spiagge occupate da tende e roulotte. Dopo aver cercato per due ore un posto qualunque per dormire, andò al suo dimenticato Hotel del Senatore, rinnovato, pulito e più caro, ma senza nessuno dei dipendenti dei suoi primi tempi.

Non c’era a chi rivolgersi per trovare una stanza. Di più: un cliente dall’aria rispettabile protestava indignato perché la sua prenotazione confermata due volte non compariva sulla lista. Aveva la flemma di un magnifico rettore, una voce lenta e tranquilla, e un talento incredibile per gli improperi galanti. L’unico addetto alla reception cercava di trovargli al telefono una camera in un altro albergo. Ansioso di condividere la propria rabbia, il cliente si rivolse ad Ana Magdalena. «Quest’isola è un caos» disse, e le mostrò l’attestazione ufficiale della sua prenotazione confermata. Lei non riuscì a leggerla senza gli occhiali, ma capì la sua indignazione. Alla fine l’addetto li interruppe con la notizia trionfale che c’era una stanza disponibile in un albergo a due stelle, ma pulito e ben situato. Ana Magdalena si affrettò:

«Non ce ne sarà un’altra per me?»

L’addetto chiese al telefono e non c’era. Allora il cliente sollevò la valigia con la mano sinistra e con l’altra prese per il braccio Ana Magdalena con una familiarità inusitata che le parve un po’ abusiva.

«Venga con me» le disse, «e là vedremo.»

Se ne andarono su un’automobile nuova guidata da lui proprio sul bordo della laguna. L’uomo disse che l’Hotel del Senatore gli piaceva.

«Anche a me, per la laguna» disse lei, «e adesso vedo che l’hanno ristrutturato.»

«Due anni fa» disse lui.

Ana Magdalena si rese conto che era un assiduo visitatore dell’isola, e gli raccontò che anche lei ci andava da anni, a depositare un mazzo di gladioli sulla tomba della madre.

«Gladioli?» chiese lui, sorpreso, perché non sapeva che ce ne fossero sull’isola. «Credevo che si trovassero soltanto in Olanda.»

«Quelli sono i tulipani» precisò lei.

Gli spiegò che i gladioli non sono molto comuni, però qualcuno li aveva imposti sull’isola e avevano raggiunto una meritata fama sul litorale e in altri paesi dell’interno. Per lei erano così importanti – concluse – che il giorno in cui non ce ne fossero stati avrebbe preso accordi perché qualcuno li coltivasse.

Cominciava a piovigginare, ma non sembrava che sarebbe durato a lungo. Lui pensava il contrario, perché il tempo di agosto gli era sempre parso erratico. La esaminò da cima a fondo, con i suoi semplici abiti del traghetto, e gli sembrò che avrebbe avuto bisogno di qualcosa di più per il cimitero. Ma lei lo tranquillizzò: era abituata.

Per arrivare all’albergo dovettero costeggiare la laguna fino al punto in cui iniziava il villaggio dei poveri. Era deplorevole e indubbiamente un posto modesto che non chiedeva i documenti. Quando gli diedero la chiave, l’ospite chiarì che le stanze erano due.

«Mi scusi» disse il portiere, sconcertato. «Non siete insieme?»

«È mia moglie» disse il cliente con grazia naturale, «ma abbiamo l’abitudine igienica di dormire separati.



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