Ce speranza se questo accade by Mario Lodi

Ce speranza se questo accade by Mario Lodi

autore:Mario Lodi [Lodi, Mario]
La lingua: eng
Format: epub


Istituzione del tribunale

15 novembre 1959.

L’approvazione delle leggi portò ben presto, e naturalmente, a una proposta: «Bisogna fare il tribunale» (Giannino). E un giorno la mettemmo in discussione.

Arienti: – Sì, per me bisogna fare il tribunale, perché, se ci fossero solo le leggi, chi le farebbe rispettare?

Curzio: – Fare il tribunale è giusto per non creare confusione.

Rosa: – Io dico che se non si fa il tribunale i bambini non rispetteranno le leggi.

Arienti: – Dicono: non c’è il tribunale, non ci puniscono.

Egle: – Bisognerebbe rispettare le leggi anche se non c’è il tribunale.

Giancarlo: – Secondo me, bisogna fare il tribunale perché le leggi devono essere rispettate; però, non bisogna rispettarle perché c’è il tribunale, ma per essere onesti.

Walter: – Fra gli uomini il tribunale ci vuole per non far succedere disastri e guai.

Giuseppe: – Se non ci fosse il tribunale, a che cosa servirebbero le leggi?

Giancarlo: – Le leggi si potrebbero anche non fare se ci fossero le persone oneste.

Giuseppe: – Ma non sempre le persone sono oneste.

(Nasce un’animata discussione sull’onestà, di cui perdo le prime battute. Poi la discussione torna ordinata.)

Curzio: – Un uomo onesto è uno che non imbroglia!

Egle: – Un uomo, se ha un po’ di sentimento e fa le cose giuste, è onesto.

Arienti: – Ma vedete che non siamo tutti onesti, altrimenti non avrebbero fatto le leggi!

Egle: – Certe volte capita anche alle persone per bene di non essere onesti.

Giuseppe: – Quasi sempre le persone oneste sono anche intelligenti.

Arienti: – Io propongo di fare il tribunale così: tre o quattro ragazzi, quelli che non hanno mai commesso disubbidienze, sono i giudici.

Giuseppe: – A scuola o anche a casa?

Arienti: – Qui a scuola, perché la legge vale solo in aula e fino al portone.

Giancarlo: – Io direi che i giudici dovrebbero essere due bambini o due bambine.

Arienti: – È meglio tre, così sono dispari.

Curzio: – Perché devono essere dispari?

Rosa: – Perché, se sono pari, non possono decidere: ci vuole la maggioranza.

Walter: – La risposta di Mario Arienti non è giusta, perché noi siamo obbligati a rispettare le leggi anche fuori del portone.

Curzio: – Ma no: se vado per la strada e voglio parlare col compagno, alzo la mano?

Arienti: – Fuori dell’aula ci sono le leggi dello Stato e del comune.

Giancarlo: – Anche nel comune i consiglieri sono dispari?

(Mio intervento per spiegare la composizione del consiglio comunale.)

Arienti: – Io ho visto alla TV che le donne nei tribunali non c’entrano.

Curzio: – Non è vero, le donne ci sono nei tribunali!

Arienti: – Al tribunale ci sono anche le guardie che mandano a chiamare.

Giancarlo: – Quando cominciamo a discutere le pene?

Walter: – Secondo me, scegliere un tribunale è molto importante, perché bisogna tenerlo tutto l’anno e stare sotto i suoi ordini.

Curzio: – ... le sue sentenze!

Walter: – È così difficile anche a scegliere un papa?

Curzio: – Non si sa, perché lo fanno chiusi là dentro.

Arienti: – I giudici non devono essere esagerati nelle pene.

Walter: – Per fare il giudice bisogna scegliere un ragazzo che non abbia invidia dei compagni, perché, se un suo compagno disubbidisce alla legge e il giudice non dà la pena.



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