Chi si ricorda di Yngve Frej by Stig Claesson

Chi si ricorda di Yngve Frej by Stig Claesson

autore:Stig Claesson [Claesson, Stig]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2023-11-04T23:00:00+00:00


VIII

Pettersson e Anita tornarono a Bråten piuttosto tardi quel lunedì pomeriggio. Il calzolaio aveva già cenato e se ne stava seduto nella sua bottega a girarsi i pollici quando i due arrivarono. Si era subito alzato sentendo l'automobile, ma aveva resistito alla tentazione di uscire e di andare loro incontro. Così era tornato a sedere e s'era messo ad aspettare.

Non doveva né voleva mostrarsi impaziente.

Ma lo era. Nonostante la bella giornata estiva non era quasi uscito dalla sua bottega, tranne qualche breve momento. È vero che aveva completato il suo cartello aggiungendoci la scritta «450 metri» ed era rimasto qualche minuto a guardare una coppia di alci dall'altra parte del lago, ma dopo non aveva fatto che andare e venire fra la bottega e la cucina, con grande disperazione di Elna. Alla fine Elna gli aveva dato i suoi coltelli da affilare, ma il calzolaio sapeva che i coltelli non avevano nessun bisogno di essere affilati. E gliel'aveva anche gridato.

— Cose inutili non ho proprio l'intenzione di farne, aveva gridato.

E non ne aveva l'intenzione per davvero.

Ma che cosa c'era allora che fosse realmente indispensabile?

Niente era più indispensabile. Ma questa non era una risposta che potesse accettare.

Qualcosa doveva trovare.

— Potresti fare come tutti gli altri, gli aveva detto Elna a cena. Prenderti una vacanza.

— Perché no?

Il calzolaio si era messo a pensare e stava ancora pensando. Avrebbe ricordato a Pettersson che dovevano andare a metter giù le reti.

Pettersson e Anita portarono nella bottega quel che avevano comprato e si sedettero ognuno su una sedia. Per un attimo ci fu silenzio, e in quel silenzio il calzolaio si alzò e andò a prendere dei bicchieri.

Poi fece un po' di spazio sul suo banchetto da lavoro e vi mise tre bicchieri e una zuccheriera.

— Allora, è andata bene? chiese il calzolaio.

— È andata bene, disse Pettersson. Ma la città era piuttosto deserta. Non abbiamo visto molta gente.

— In città la gente è in vacanza, disse il calzolaio. Ma giù al paese saran di certo ancora occupati a fare il fieno.

— No, a quanto abbiam visto.

— Ah, così, disse il calzolaio, come se si fosse aspettato che dalle altre parti che non erano Bråten la fienagione si continuasse a fare come un tempo.

Prendiamoci ancora un bicchierino, disse. E una zolletta di zucchero.

— Abbiamo trovato la tomba di Yngve, disse Pettersson. Diavolo, a che età è arrivato! Era nato nel 1799 ed è morto nel 1901.

— Davvero? disse il calzolaio. Ah. Eriksson se lo ricorda bene. Io mi ricordo la moglie. Era un tipaccio, dicono. Mio padre doveva sempre correre giù da loro a calmare il vecchio quando si metteva in testa che c'era la guerra e cominciava a sparare addosso alla gente. Era un soldato. Ma il vecchio ci vedeva male e sparava male.

— E così, disse il calzolaio. Così è arrivato a centodue anni.

Prese a riflettere. Era possibile che anche lui ed Eriksson e Öman dovessero rimanere lì per altri venticinque o trent'anni?

Di che diavolo si sarebbe potuto occupare per trent'anni?

— Io non vorrei arrivare a quell'età, disse il calzolaio.



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