Comunicazionepuntodoc numero 2. Professione comunicatore by AA.VV

Comunicazionepuntodoc numero 2. Professione comunicatore by AA.VV

autore:AA.VV. [AA.VV.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Comunicazione, La Sapienza, Dottorato
editore: Fausto Lupetti Editore
pubblicato: 2013-01-04T23:00:00+00:00


Pop(ular) Porno. Adolescenti, corpi e socializzazione

di Alessandro Porrovecchio

“Tu sei cattivo con me perché ti piace sognare quei tipi di donna un po’ porno”

Il Genio, Pop Porno

Il termine “pornografia” deriva dal greco e, letteralmente, significa “scritto o rappresentazione riguardante le prostitute”. Non esiste cultura che non abbia prodotto rappresentazioni esplicite dell’atto sessuale: dalle raffigurazioni, disegni e didascalie che da sempre accompagnano testi anche filosofici, quale ad esempio il Kamasutra, o i testi di ispirazione tantrica, agli affreschi sui muri dei lupanari di Pompei, dai testi di François Villon e François Rabelais al quadro L’origine del mondo (1866) di Gustave Courbet (non propriamente pornografico, ma considerato in alcuni contesti come tale), ai romanzi di Henry Miller e Anaïs Nin.

Per quanto riguarda l’audiovisivo hard i primi film “pornografici” sono nati con il cinema stesso. È però all’inizio degli anni Settanta che l’industria cinematografica del porno inizia ad affermarsi, prima negli Stati Uniti ed in seguito in Europa. Tra i tanti, uno dei primi film ad ottenere un grande successo di pubblico è Gola profonda (1972), che diventa rapidamente un cult, trasformando la pornografia in un fenomeno sociale, ed entrando così nello spirito del tempo che vede gradualmente legittimato il diritto all’orgasmo delle donne.

Posto che analizzare le modalità in cui lo stesso identico filmato pornografico costituisca di fatto un’opera diversa a seconda delle caratteristiche socioculturali ed anagrafiche dello spettatore (Eco 1979) esula dalle intenzioni del presente contributo, per parlare della pornografia possiamo fare riferimento a tre dimensioni interpretative principali: l’estetica, la produzione ed il consumo. Iniziamo con la dimensione estetica. Al periodo 1975-1978, in cui vi è stato un vero e proprio boom della cinematografia porno, succede una fase di riflusso, dalla quale si uscirà verso la metà degli anni Ottanta, anche grazie alla diffusione delle televisioni private. Dagli anni Novanta in poi il porno si “evolve” e diventa realmente di massa (Adamo 2004). Il suo obiettivo non è più quello di mettere in scena una sessualità libera attraverso un’estetica vicina a quella del cinema tradizionale, ma quello di fornire scene di sesso dove tutto è immediatamente visibile e capace di soddisfare le curiosità più insolite. L’obiettivo della telecamera non è più, quindi, quello di esibire l’atto sessuale, ma sembra essere diventato quello di entrare all’interno del corpo femminile insistendo – grazie all’invenzione ed in seguito all’uso a scopo pornografico negli anni Duemila, delle pussycam e delle pussylight (Roach 2008) – sul dettaglio ginecologico, per chiarirne il mistero e mostrare che non esiste più alcuna barriera tra interno ed esterno. Il corpo diventa un oggetto frammentato, e con l’inflazione dei primi piani e l’interattività dei DVD e dei siti Internet lo spettatore ha oramai l’impressione di partecipare al filmato, avendo la possibilità di scegliere la scena, fermare l’immagine e così via (Marzano 2006).

L’evoluzione verso la pornografia contemporanea avviene anche da un punto di vista produttivo e del consumo. Oggi, il mercato del porno è invaso da una gran quantità di film girati in tre o quattro giorni, a basso costo. La diffusione del file



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