Eggers Dave - 2012 - Ologramma per il re by Eggers Dave

Eggers Dave - 2012 - Ologramma per il re by Eggers Dave

autore:Eggers Dave [Eggers Dave]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788852043703
Google: vTlAAQAAQBAJ
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2013-10-14T22:00:00+00:00


* La comunità agricola della Guyana fondata dal predicatore Jim Jones, dove nel 1978 più di novecento americani si suicidarono o furono uccisi per ragioni mai completamente chiarite.

XXII

Quando Alan entrò nella sua camera all’Hilton, la luce rossa del telefono lampeggiava. C’era un messaggio di Hanne.

«Chiamami» diceva.

Obbedì, e lei alzò il ricevitore al primo squillo.

«Cosa fai stasera?» chiese.

Alan pensò alla sua stanza, alle disperate avventure che poteva riservargli. Il letto, lo specchio, il liquore di contrabbando.

«Niente» disse.

«Vieni a casa mia. Preparo qualcosa.»

«Sicura che si possa fare?»

«Dove abito io se ne infischiano.»

«Non sentirti obbligata a cucinare. Posso invitarti a cena.»

«No, no. È più divertente mangiare in casa. Più comodo, anche.»

Telefonò a Yusef. Rispose la segreteria.

«Chiamami. Vado a casa di un’amica e ho bisogno di un passaggio.»

Yusef si sarebbe molto divertito. Alan pensava che lo avrebbe richiamato da un momento all’altro, ma dopo trenta minuti, niente. Yusef era sempre stato disponibile. Alan fu assalito da una vaga preoccupazione. Gli inviò un messaggino e non ottenne risposta.

Chiese al portiere di trovargli un altro autista, comprò dei fiori nell’atrio dell’albergo e dopo un’ora era davanti al cancello di Hanne.

Suonò il campanello. Vide un’ombra muoversi a uno dei piani alti.

La porta si aprì e sulla soglia c’era lei. Indossava una camicetta di seta senza maniche e pantaloni neri. Era elegante, composta e accesa in volto.

«Dei fiori» disse lui.

«Vedo» disse lei.

La sua casa non era molto diversa dal suo ufficio: sembrava che vi avesse traslocato qualche ora prima. Non potevano esserci più di cinque mobili. Un divano, un tavolo, qualche rigida sedia di legno. Passarono davanti alla cucina, dove una pentola bolliva sui fornelli.

«Ho fatto uno spezzatino» disse lei.

Alan disse che aveva un buon odore, anche se l’unico odore che si sentiva era quello della vernice nuova.

«Ho del vino. Ti va bene?»

Hanne gli mostrò un termos e un bicchiere da bambino con l’immagine di due pesci di un cartone animato. Alan sorrise e lei gli versò un liquido rosato finché il bicchiere fu mezzo pieno.

«Un amico, qui, del nostro complesso ha cominciato a produrlo di recente. È sudafricano. Sono degli specialisti.»

Alan lo assaggiò e fece una smorfia. Aveva un sapore allo stesso tempo debole e aspro.

«Non ti piace?»

«No, è buono. Grazie» disse, e in un sorso bevve un terzo del vino che aveva nel bicchiere.

«Ti ho trovato dell’altro siddìqi» disse lei, e spinse un’altra bottiglia di olio d’oliva attraverso il bancone.

«Non so dirti quanto ti sono grato» disse lui.

Lei rise. «La gente beve più qui che in Finlandia.»

Entrò nel soggiorno.

«Vieni a sederti. È passato un certo tempo da quando qualcuno è stato qui.»

Si sedettero sul divano, occupando le due estremità.

«Dev’essere strano, qui» disse lui.

«È molto strano. Ma è così tranquillo che mi piace parecchio, per la maggior parte del tempo. L’assoluta mancanza di rapporti sociali. Non hai responsabilità familiari, né alcuna vera responsabilità di quelle che possono esistere tra amici. Sono fortunata se ho un invitato al mese. È una vita monastica, e questo è un sollievo.»

Alan annuì. Capiva di cosa parlava. «E poi ci sono le feste all’ambasciata» disse.



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