Held Monika - 2013 - La notte più buia by Held Monika

Held Monika - 2013 - La notte più buia by Held Monika

autore:Held Monika [Held Monika]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Literary
ISBN: 9788865593578
Google: vNLbCgAAQBAJ
Amazon: 8865593571
editore: BEAT
pubblicato: 2013-11-23T23:00:00+00:00


Tristi caseggiati con appartamenti angusti per famiglie che la mattina vanno in macchina al lavoro. Leszek insegnava architettura alla scuola superiore di Breslavia. Dalla camera in cui dormivano vedevano il cortile con il camion e i cani che gli facevano la posta. La colazione si protraeva fino a mezzogiorno. Da tre giorni vivevano in un quartiere di palazzoni di cinque piani da qualche parte fra Görlitz e Breslavia. Leszek si era preso delle ferie.

Mangia, Lena.

Va bene, mangio.

Guardò il volto sulla foto nella cornice sopra la credenza. Una frangia da paggio, due occhi stretti, una fossetta nel mento. La sorella di Leszek? Sua moglie? Non osava chiedere, in quell’appartamento non l’attendevano storie allegre. Si fece carico della domanda Heiner, che aveva seguito il suo sguardo. Come sta Roza?

Bene, disse Leszek. Prima di diventare matta in questo appartamento è andata a stare da amici a Breslavia.

E l’amore?

Resiste.

Ben fatto, allora.

Sotto la finestra della cucina passava la superstrada, dietro cominciava un paesaggio di alberi da frutto, cespugli e capanni da giardino. Venite, disse Leszek, vi faccio vedere l’orto.

Attraversarono i cortili dei caseggiati. Tristi quadrati con recinti della sabbia senza la sabbia e scivoli arrugginiti. Come lo stessero aspettando, in ogni edificio c’erano due o tre persone che salutavano Leszek da dietro la finestra. Ricordati la marmellata di lamponi, gridavano, gli stivali invernali sono arrivati. Leszek, gridavano, la bicicletta è qua, la lana è da mia madre. Nel quartiere si scambiavano uova con carote, calze di nylon con würstel in scatola, un cappotto caldo con una mezza anitra. Grazie ai pacchi dalla Germania, Leszek aveva ottenuto un nuovo assortimento. Il valore di scambio più alto l’avevano le medicine. Pastiglie contro il mal di gola e il raffreddore, sciroppo per la tosse, Aspirina e Voltaren, pomata cicatrizzante, collirio e cerotti di ogni misura. Anche lo zucchero era importante. Senza zucchero, niente acquavite. Scambiavano pneumatici con radio, libri con maglioni fatti a mano. Il valore reale delle cose scaturiva con tutta naturalezza dalla penuria o disponibilità sul mercato. Leszek chiamava quel sistema il capitalismo privato socialista, e la Polonia il più grande robivecchi del mondo.

Il suo orto era coltivato a fagioli e patate, cipolle e cavoli rapa. In fondo all’appezzamento c’era un pollaio. Leszek raccolse sei uova in una ciotola e pregò Lena di portarle alla vecchia Katarzyna, che li guardava dalla finestra di una casupola piegata dal vento nell’orto vicino. Un fazzoletto colorato in testa, mille rughe profonde e occhi furbi. In cambio delle uova Leszek pompò una tanica di acqua fresca dal pozzo della donna, profondo sessanta metri. Era fredda e sapeva di ferro.

Leszek aveva posato sul tavolo dell’orto una lattina di würstel, una bottiglia di vodka e tre bicchieri. Splendeva il sole, e appese un’amaca tra due meli. Monta su, disse a Lena. Lei si sdraiò e guardò nel cielo, si fece cullare da Leszek e disse: Sento galline chiocciare e da qualche parte una scrofa che grugnisce. Lo stato di guerra me l’immaginavo diverso.

È tutto intorno a te.

Dove?

Lo vedi quell’uomo lassù sopra il tetto?

Il conciatetto?

Descrivimelo.



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