Ho paura che ti interessi il mio dolore by Stephanie LaCava

Ho paura che ti interessi il mio dolore by Stephanie LaCava

autore:Stephanie LaCava [LaCava, Stephanie]
La lingua: ita
Format: epub
editore: e-o
pubblicato: 2023-09-27T22:00:00+00:00


19

I primi giorni dovevo fare una doccia per sentirmi asciutta. In Montana era sempre umido. Lo scoprii in fretta. La prima settimana la trascorsi a letto, ad ascoltare. Crollai non appena misi piede in casa. Non avevo fame né energie, e ignoravo quale dei due sintomi fosse comparso per primo o avesse provocato l’altro.

C’erano momenti in cui pensavo di alzarmi e di raggiungere il paese a piedi, immaginando ogni volta di imbattermi nell’autista del minivan. Oppure mi convincevo che, chiamando un Uber via app, sarebbe arrivata lei. Per qualche motivo quella donna mi perseguitava, benché in modo maldestro, come i quattro buchi profondi fuori in giardino. Una mattina feci quello che sembrava un concreto tentativo di alzarmi ed esplorare la zona, ma dopo un attimo di distrazione mi ritrovai di nuovo in posizione fetale sul pavimento della camera da letto padronale, senza avere ben chiaro cos’avesse provocato il mio stato larvale. Qual era di preciso la perdita di cui stavo elaborando il lutto?

Non poter partecipare alla mia cerimonia di laurea? Non me ne fregava un cazzo. Uno stronzo. Sì. Ecco il punto. E il problema non era nemmeno lui, non proprio, ma l’assenza di una narrazione per quello che era successo. Tutte quelle infinite congetture. Una triste storiella ricca di colpi di scena. Nei miei sogni a occhi aperti si alternavano di continuo momenti belli e brutti. Lui tornava da me. No, aspetta, era finita. Capitolo chiuso. Arrivederci3, Regista. Ma poi – chi poteva dirlo? E la giostra riprendeva a girare. Sapevo che il mio turbamento era patetico, così come lo era sostenere che a un certo punto ci fosse stato una specie di distacco, un rifiuto, un evento che aveva provocato l’inevitabile. Ero consapevole che, ogni volta che mi raccontavo quella storia, a prescindere dalle atmosfere che decidevo di evocare quel giorno, io non avevo mai nessuna colpa. Eppure sapevo di aver sbagliato tante cose. Tante! Ma sapevo pure che lui aveva condotto il gioco assicurandosi che non avessi la minima voce in capitolo. E credevo a tutto ciò che, col suo comportamento, mi aveva svelato su di me. È questo il vero pericolo, quando finisce una storia con qualcuno molto più grande e realizzato di noi e si è giovani, desiderosi di credibilità e carenti di autostima: quando l’altro se ne va, ti strappa dal petto tutte le medagliette e se le porta via.

Si potrebbe controbattere col caso dei miei genitori, sottolineando che, una volta classificati come coppia dai media, i privilegi del loro prestigio congiunto erano durati in eterno; il fatto di essere associati l’uno all’altra aveva resistito ben oltre la fine della loro relazione. Come se quella credibilità non fosse mai venuta meno. La realtà era un po’ diversa. Un’altra forma di dissonanza cognitiva. E osservando mia madre quando lei era distratta, mi accorgevo che questo la feriva. Rose voleva controllare tutto. Una volta Lucy mi aveva detto che l’opposto dell’amore vulnerabile era il controllo. Tutta la mia famiglia era ossessionata dal controllo. Non facevano che



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