Iacopone da Todi e la poesia religiosa del Duecento by Aa.vv

Iacopone da Todi e la poesia religiosa del Duecento by Aa.vv

autore:Aa.vv., [Aa.vv.,]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Poetry, General
ISBN: 9788858614501
Google: 2uqoZydAHUIC
editore: BUR
pubblicato: 2011-05-30T22:00:00+00:00


ORA PARRÀ S’EO SAVERÒ CANTARE

Con questa fondamentale e fondante canzone Guittone si oppone al sillogismo difettivo, istituito per primo dal trovatore Bernart de Ventadom (l’«om tenuto saggio»), il cui primo termine afferma che il canto non ha valore se non viene dal cuore, il secondo che il canto non può muovere dal cuore se in esso non vi è Amore: quindi il canto, per avere valore, deve provenire da un cuore innamorato. Bernart de Ventadorn aveva inoltre sostenuto che l’eccellenza del proprio canto derivava dalla verità del sentimento amoroso. Guittone invece parte da premesse totalmente differenti: per lui l’Amore è assimilabile alla Follia e non alla saggezza (e quindi l’«om tenuto saggio» sarà anch’egli un folle) e la Follia proviene dal Demonio, cioè l’entità opposta a Dio, da cui proviene ogni valore: tale premessa ha per conseguenza che il canto d’Amore è canto che non vale e Guittone è certo che, avendo rifuggito Amore, il suo canto avrà valore. Su questa linea, sostanzialmente negatoria di Amore e di Follia, Guittone si trova in posizione nettamente antitetica rispetto a Iacopone. Le ipostasi della nuova poetica guittoniana sono invece il Diritto (sarà cioè anche lui, a norma dantesca, «cantor rectitudinis»), la Saggezza, Dio e Loda veritiera, cioè la lode di Dio stesso.

Metrica: 11 A B B A, C (c)D 7D 11(d)C (c c)E, F (f)G 7G (g)F (f f)E, E. Gli emistichi in rima interna sono tutti quinari, tranne il primo, quaternario (al v. 66, per simmetria con i versi corrispondenti delle altre strofe, è meglio supporre reprensione, con -io- sineretico, anziché il reprensïon stampato in PD). Per raggiungere la misura endecasillabica si consideri però che c’è episinalefe in 9, 11, 24 (due volte), 29 (due volte), 44, 53, 54 (due volte), 59 (due volte), 69, 74, 79, 80 (due volte), 85 (due volte); che c’è rima tronca in 13, 14 (due volte), 28, 38 (due volte), 44, 58, 68, 69, 84; che si hanno comunque quaternari seguiti da settenari in 26, 54, 71, 82 e un quaternario tronco seguito da ottonario in 41. Si noti che la sirma, a parte l’ultimo verso, risulta «simmetricamente divisa» (PD, I, p. 214, dove però lo schema omette i settenari), secondo il modulo /a(a)b(b)ba(aa)c/. Il congedo riprende lo schema della sirma.

Testo: PD, I, pp. 214-17.



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