Il diritto di avere diritti by Stefano Rodotà

Il diritto di avere diritti by Stefano Rodotà

autore:Stefano Rodotà [Rodotà, Stefano]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2013-04-19T04:00:00+00:00


Riconosciuto proprio nella sua matrice narrativa, il diritto alla verità appartiene a una dimensione più vasta di quella individuata attraverso il modello, pur tanto significativo, delle commissioni per la verità e la riconciliazione. Investe la quotidianità, esprime una tensione che può manifestarsi in ogni momento, riguarda il modo di governare il rapporto che si istituisce tra la persona e le vicende che la riguardano, in una prospettiva che, muovendo dalla considerazione della sfera privata, finisce con il riguardare i caratteri stessi della democrazia. Jacques Le Goff ci ha ricordato che «la memoria collettiva è uno degli elementi più importanti delle società sviluppate e delle società in via di sviluppo, delle classi dominanti e delle classi dominate, tutte in lotta per il potere o per la vita, per sopravvivere e per avanzare»342.

Manifestandosi nelle situazioni più diverse, la verità si specifica ora come diritto da rispettare, ora come obbligo da adempiere, ora come pretesa alla quale sottrarsi. E torna la questione di chi sia il titolare di questi diritti, obblighi, pretese. In una società onnivora di informazioni, e continuamente produttiva di rappresentazioni, la «verità» di queste ultime assume un rilievo particolare. Compaiono nuovi scambi, e con essi nuovi equilibri. Servizi in cambio di verità, sicurezza in cambio di verità, fiducia in cambio di verità. Così il mercato, le istituzioni pubbliche, la politica investono variamente la persona, e modellano i loro rapporti con essa intorno a rappresentazioni «veritiere», costruite in modo da essere funzionali rispetto agli scopi che via via vengono perseguiti. Il semplice fatto d’«essere in società» ormai non può essere separato da un ininterrotto flusso di informazioni che dalla persona si diramano in una molteplicità di direzioni, consegnando ad altri le molteplici verità di cui ciascuna persona è portatrice. La verità, allora, come via verso la dipendenza, la perdita dell’autonomia? Di fronte alla continua pretesa sociale di disvelarsi, compare un obbligo di verità che altera lo stesso «coraggio» della verità perché, in queste situazioni, il vero coraggio consiste nel rifiutarsi a questo scrutinio continuo e impietoso. A quale prezzo, però?

Di nuovo il riferimento a un soggetto astratto cede di fronte allo sfaccettarsi delle realtà nelle quali le persone sono immerse, agli intrecci che ne segnano l’esistenza, in definitiva ai modi differenziati in cui la persona viene «messa in scena». La verità è continuamente messa alla prova, immersa in una serie di conflitti: memoria o oblio; trasparenza o privacy; libera costruzione della personalità o subordinazione a controlli; identità inclusiva o escludente. Non siamo però di fronte a una implacabile logica binaria, ad alternative da sciogliere solo con un sì o un no, senza alcuna possibilità di individuare punti di congiunzione, di costruire tessuti che sarebbero lacerati se si cogliesse la verità solo attraverso un’astratta sua attitudine a separare.

Il tema della verità che «riconcilia» torna così a dover essere considerato al di là dei casi storici, e drammatici, che l’hanno imposto all’attenzione del mondo. Se perde questa virtù, quale senso sociale assume la verità? Se non restituisce dignità, come si è voluto per



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