Caspar Hauser by Jakob Wassermann

Caspar Hauser by Jakob Wassermann

autore:Jakob Wassermann [Wassermann, Jakob]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Narrativa
editore: Elliot
pubblicato: 2015-09-14T16:00:00+00:00


Daumer al presidente von Feuerbach

Mi sento in dovere, eccellenza, di riferirvi gli avvenimenti degli ultimi giorni nel modo più veritiero possibile, almeno fin dove due occhi possono vedere. Probabilmente molte cose che riporterò suoneranno insolite, così mi chiedo se la persona più indicata per descriverle sia io, che vengo ritenuto non del tutto imparziale. Tuttavia non temo il severo giudizio di vostra eccellenza, poiché se sono obiettivo, i fatti parleranno da soli e alla mia penna rimarrà soltanto il compito di rendere conto della successione degli eventi, cosa questa che non è sempre facile.

Quattro giorni fa il barone von Tucher è venuto da me per comunicarmi che un lutto familiare lo obbligava a partire. Già in precedenza aveva pregato sia me sia il signor Binder di prenderci cura di Caspar finché fosse rimasto a Norimberga. Poiché la richiesta mi è sembrata strana, il barone von Tucher mi ha lasciato intendere che in alto loco desideravano esonerarlo dall’incarico e quindi si sentiva in dovere di agire in quel modo. Ha citato la lettera di vostra eccellenza che mi ha convinto, per quanto controvoglia, ad andare a trovare Caspar e a occuparmi di nuovo di lui. Il barone von Tucher ne era rimasto molto offeso. Non ho cercato di far cambiare prospettiva a quell’uomo orgoglioso e suppongo che, lo dico a suo onore, quell’atteggiamento avesse un altro motivo, più serio e più umano, perché quando gli ho chiesto se aveva già avvertito Caspar dell’imminente arrivo del tenente Hickel ha cambiato discorso, rispondendo che preferiva lasciare il compito a me, che sono più eloquente di lui e godo della piena fiducia di Caspar.

Il pomeriggio ho deciso di andare da Caspar. L’ho trovato nella sua stanza, intento a leggere le devozioni cristiane del giorno. Ha alzato lo sguardo sereno dal libro per guardarmi e, niente di più impensabile, il suo volto è diventato subito di un pallore cadaverico. Ho sentito un improvviso peso sul cuore, mi sono seduto e sono rimasto in silenzio spaventato. Ho dimenticato il ruolo che avevo assunto e mi sono immedesimato nelle sue sensazioni, vedendo che aveva letto tutto nei miei occhi, ciò che volevo dirgli e lo scopo per cui ero venuto. La mia paura inconscia si doveva essere trasmessa in lui – non saprei trovare un’altra spiegazione naturale. Ho sentito che il cuore gli si strappava fino alle radici. Si è alzato in piedi barcollando, ho tentato di sostenerlo ma quasi non mi ha notato, come fosse ubriaco. L’ho seguito fino al letto, sul quale si è lasciato cadere rannicchiandosi e scoppiando a piangere in modo da gelarmi il cuore.

Non era accaduto nulla di irreparabile, a tutto c’era ancora rimedio, quindi non ho risparmiato parole consolatrici. Ha continuato a piangere per mezz’ora. Poi si è alzato, è andato a rifugiarsi in un angolo e lì è rimasto tutto raggomitolato, coprendosi il volto con le mani. Ho proseguito a parlargli, instancabile, e non so neppure io che cosa gli ho detto. Verso le sei di sera sono andato via,



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