Il cuoco dell'Alcyon by Andrea Camilleri

Il cuoco dell'Alcyon by Andrea Camilleri

autore:Andrea Camilleri [Camilleri, Andrea]
Format: epub, azw3, mobi
ISBN: 9788838939440
Google: 4rOLwwEACAAJ
Amazon: B07Q3VQKX5
editore: Sellerio
pubblicato: 2019-05-15T07:54:56.656000+00:00


Undici

Appena che s’arrisbigliò, la prima cosa che gli tornò a menti della sira avanti fu la vista dell’Alcyon che passava a vele spiegate davanti alla luna. Ma era propio l’Alcyon o ’na varca che le assimigliava? Addicidì d’annare a vidiri.

Prima però doviva fari ’na cosa alla quali aviva pinsato a longo doppo che Fazio si nni era ghiuto.

Basta con le partite a scacchi, le mosse e le contromosse. Va’ a sapiri pirchì sintiva che l’eclisse era stata come un messaggio, un signali che non aviva accaputo sino ’n funno, ma bastevoli però a farigli cangiare rotta.

Se il questori aviva il diritto di fari quello che stava facenno, lui aviva il diritto, e macari il doviri, d’addifinnirisi a facci scoperta. Pirchì non s’attrattava sulamenti della sò carrera passata, dato che di quella futura si nni stracatafuttiva, ma soprattutto della sò dignità d’omo.

Si susì, raprì la finestra, era ’na bella jornata di soli, cosa che non guastava, si inchì i purmuna d’aria bona, si puliziò, si vistì, si vippi tri tazze di cafè, aspittò tambasianno casa casa che si facivano le novi, po’ annò diciso al tilefono e fici un nummaro.

«Pronto? Il commissario Montalbano sono. Vorrei parlare col signor questore».

«Aspetti in linea».

Non ebbi il tempo di contare fino a deci.

«Montalbano? Ho capito bene?».

«Sì».

«Da dove chiama?».

Bonetti-Alderighi non pariva né sorpriso né arraggiato.

Prima d’arrispunniri, tirò ’na longa sciatata, po’ si tuffò.

«Da Vigàta».

«Ha fatto bene a telefonarmi, la stavo per chiamare io. Voleva dirmi qualcosa?».

Qualichicosa? ’Na muntagna di cosi! Ebbi un ràpito ritorno di raggia che controllò con ’n’autra profunna sciatata.

«Che quell’intervista non l’ho mai fatta».

Stavota fu il questori a fari ’na pausa.

«Lo sapevo già. E sapevo anche che lei era a Vigàta».

Montalbano traballò, completamenti pigliato dai turchi. A che joco stava jocanno Bonetti-Alderighi?

«Lei sapeva che l’intervista non esisteva già prima di fare chiamare la Finanza?».

«Sì».

«Ma perché l’ha fatto?!».

«Cerchi di capire, avevo bisogno di un po’ di rumore, di sottolineare l’attrito tra lei e me».

Ma era nisciuto pazzo?

«Senta, signor questore...».

«Montalbano, non è meglio parlarne di persona?».

«Lo credo anch’io. Arrivo subito».

«Allora non ha capito niente! Lei non deve farsi vedere in questura! Se qualche giornalista sa che è ancora in rapporti con me allora tutto il lavoro che ho fatto viene vanificato!».

«Ma io ho veramente bisogno di...».

«Facciamo così. La mando a prendere subito con un furgone. Ah, dimenticavo. A scanso d’ulteriori equivoci l’avverto che poco fa ho diramato un comunicato nel quale viene detto che lei è stato radiato. A più tardi».

Era ’ntronato, scosso, ’ntordonuto. Era stato radiato o no? Doviva scatinari un burdello o no? Per schiaririsi la menti, si vippi mezzo bicchieri di whisky e ’n autri dù cafè.

Po’ sintì sonari e annò a rapriri.

Propio davanti alla porta ci stava un cellulari per il trasporto dell’arrestati con le portère di darrè già raprute.

«Salga che chiudo» fici l’agenti ’n divisa che aviva sonato.

Chiuì la porta di casa, acchianò, le portère si chiuiero con una rumorata sicca, l’agenti si misi al posto di guida e partì.

Appena che traversaro Vigàta lassannosilla alle spalli, a Montalbano vinni ’mproviso un pinsero dubitoso che lo fici assammarare di sudori.



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