In giustizia by Giancarlo de Cataldo

In giustizia by Giancarlo de Cataldo

autore:Giancarlo de Cataldo [Cataldo, Giancarlo de]
La lingua: ita
Format: epub
Google: Y9u78LZz08MC
editore: Bur
pubblicato: 2012-11-13T23:00:00+00:00


In giustizia Altri paradossi della pena (2000) Ogni volta che incontro Salvatore penso che nella filosofia di fondo dell’ordinamento penitenziario c’è un nucleo prezioso che merita di essere salvaguardato. Nonostante l’abbondanza di male che ci circonda e che sembra confermare le più fosche osservazioni del vecchio Pascal. Nonostante le delusioni personali. Nonostante tutto .

Salvatore è stato in carcere, anche lui per validi, anzi validissimi motivi. Durante la detenzione è riuscito a ideare, organizzare e rendere concreta una cooperativa di lavoro, divenuta in breve tempo una solida realtà imprenditoriale. Danno un’occupazione a carcerati o ex. Concorrono per appalti pubblici. Rendono concreta quella finalità di emenda che l’articolo 27 della Costituzione assegna alla detenzione: perché la pena in Italia non serve solo a punire ma anche a rieducare .

Ho visto lavorare con lui assassini, neonazisti, tossici, schizofrenici e camorristi. Qualche volta, a onor del vero, è andata male. Ma la ricaduta è un rischio che abbiamo il dovere di correre. Nessun pietismo, nessuna ipocrisia per chi sceglie questo percorso di reinserimento. Si vive di un patto laico quotidianamente ricontrattato: la dura fatica in cambio di libertà, trasformazione interiore in cambio di attenuazione della pena. Disperazione e intelligenza possono molto, quando si è toccato il fondo: come disse una volta un ottimo cattivo maestro, il galeotto e poeta Jean Genet, “chiunque tenti di attenuare o indebolire la rivolta con la dolcezza o i privilegi, distrugge per sé ogni possibilità di salvezza. Nessuno può giustificare il crimine se prima non è stato colpevole e condannato” .

La cooperativa è nata negli anni Ottanta, quelli del “carcere riformato”, quando la società politica era fortemente interessata a risolvere, grazie anche alla legge penitenziaria, il problema di una generazione finita dietro le sbarre, quella della lotta armata .

Oggi il carcere ospita in gran parte stranieri e tossici. Le difficoltà di comunicazione tra l’istituzione e i detenuti si sono moltiplicate. Le mafie d’importazione tendono a imporre i loro spietati e primitivi codici. La divisione etnica interna è spaventosa, e riflette l’odio e la diffidenza che, nella libera società, segnano i rapporti tra le comunità di immigrati .

I giovani italiani che spediamo ogni giorno dietro le sbarre mostrano un volto rozzo, brutale e, troppo spesso, un terrificante deserto morale. I ragazzi del Duemila uccidono in branco, uccidono per vincere la noia, uccidono come in un videogioco .

Oggi il carcere è un esplosivo contenitore di problematiche che la società non riesce non dico a risolvere, ma nemmeno ad affrontare decentemente: è l’unica risposta che siamo capaci di concepire alle ondate migratorie, alla tossicodipendenza, alla devianza giovanile. La forbice tra chi sta dentro e chi sta fuori si è allargata a dismisura .

Per questo esperienze come quelle di Salvatore e dei suoi soci sono preziose, imperdibili. Per continuare a credere, nonostante tutto .

*** Una legge varata in extremis dalla maggioranza di centro-sinistra introduce il limite di utilizzabilità delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, i cosiddetti “pentiti”. Tutto ciò che sanno devono dirlo entro 180 giorni, altrimenti le loro parole diventano “inutilizzabili” .

Categoria singolare, questa della “inutilizzabilità”.



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