Io sono l'uomo con due facce by Viet Thanh Nguyen

Io sono l'uomo con due facce by Viet Thanh Nguyen

autore:Viet Thanh Nguyen [Nguyen, Viet Thanh]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Neri Pozza


Forse tutti i rifugiati si sentono perseguitati dalla

presenza assente, dall’universo

alternativo in cui non ce l’hanno fatta a venir via.

E se fossi stato tu quello lasciato là?

Se fossi tu lo spazio negativo nella

vita e nella memoria di qualcun altro?

E se ti senti così, senza nessun

ricordo di tua sorella, né di quel paese,

là, lei come deve sentirsi? E come

devono sentirsi Ba Má?

Questa è una storia di guerra.

Un’altra storia di guerra: Ba che nel 1954 lascia indietro tutta la sua famiglia per trasferirsi al Sud seguendo la famiglia di Má. Quando tuo padre ha ormai ottantotto anni finalmente gli chiedi come è stato lasciare la sua famiglia.

Siete voi due soli, a tavola. In vecchiaia Ba, già padre severo e fisso sui suoi obiettivi, è dolce, tremante e affettuoso. Stando ai documenti ha ottantasei anni. Ma in realtà non è nato nell’ottobre del 1935, bensì alla fine del 1933.

I vietnamiti non usano festeggiare i compleanni, a eccezione del primo e dell’ottantesimo: non sorprende perciò che tuo padre, interpellato ufficialmente sul tuo giorno di nascita nel tormentoso periodo in cui siete diventati rifugiati, abbia registrato come mese di nascita marzo anziché febbraio. Avere un doppio compleanno è perfetto per un uomo con due facce.

Talvolta i rifugiati vietnamiti che arrivano in AMERICA® si auto-reincarnano, diventando più giovani o più vecchi secondo il beneficio che devono trarre dalla burocrazia o dalla vanità.

Essere rifugiati comporta sempre viaggiare nel tempo.

Da un paese in un tempo a un altro paese

in un altro tempo. E soprattutto vivere nel

presente sentendo sempre il passato, come

un’ombra, come un’ossessione.

Cenando con il vino rosso e il filet mignon quasi al sangue che prepari sempre a tuo padre perché gli piace tanto, chiedi a Ba: Perché la tua famiglia non è venuta con te? La sua famiglia allora erano sua madre, suo padre, tre fratelli e una sorella più piccoli.

Ba sorride, guarda nel piatto, non ti sente. O finge di non sentire.

Si rifiuta di portare il suo apparecchio acustico.

Non glielo chiedi più.

Cosa altro potrebbe aver provato?

Perché dovrebbe dirlo a te?

Ricordi dalla tua giovinezza una foto in bianco e nero, su quella libreria priva di libri. Tuo padre con i suoi fratelli. Per anni hai camminato vicino a quella foto senza capirne l’impossibilità. Quando Ba ha visto i suoi fratelli per l’ultima volta, loro erano ragazzi e lui un uomo giovane. Nella fotografia ci sono quattro uomini di mezza età.

Poi un giorno la foto ti perfora lo sguardo e la memoria, e vedi, finalmente, la linea irregolare. Da un lato i fratelli minori, spalla a spalla. Dall’altro, Ba. Ha preso due foto, le ha accostate e messe in cornice. Alla fine può essere insieme ai suoi fratelli.

Fissi a lungo la linea irregolare.

La cornice e le sue fotografie sono scomparse. Quando ha deciso tuo padre di non avere più bisogno di quell’immagine? Gli chiedi se ricorda la foto scomparsa di sé e dei suoi fratelli, ri-membrati.

Ba sorride, scuote la testa e risponde: No, non ricordo.



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