La Baby-sitter by R. L. Stine

La Baby-sitter by R. L. Stine

autore:R. L. Stine [Stine, R. L.]
Format: epub, mobi
editore: MyBookLibrary
pubblicato: 2010-04-27T09:14:34.791000+00:00


Capitolo undicesimo

Un incubo. Sto vivendo un incubo, si disse Jenny.

Questo essere... questa creatura... è frutto della mia fantasia.

Finalmente si rese conto che si trattava di una maschera. Qualcuno si era messo una maschera da mostro, con enormi zanne di gomma, gli occhi rotondi, iniettati di sangue che uscivano dalle orbite sanguinolente e una ciocca di capelli sintetici che svolazzava qua e là.

«Non preoccuparti. Fra poco arriva la compagnia.»

«Presto sarò da te. Vedrai che ci divertiremo.»

Jenny si frugò nella tasca, alla disperata ricerca del numero che le aveva dettato il poliziotto. Ma dove lo aveva cacciato? Eccolo, per fortuna.

Avrebbe avuto il tempo di chiamare?

La polizia ce l'avrebbe fatta a raggiungerla prima che il maniaco... prima che lui...

"Lui" si tolse la maschera.

– Chuck! – gridò Jenny. – Chuck, come hai potuto! Razza di... Perché lo hai fatto?

– Ci sei cascata! – esclamò Chuck dall'altra parte del vetro.

Lanciò in aria la maschera e ridendo come un matto corse a raccoglierla, poi tornò alla finestra e premette il naso contro il vetro.

Il terrore di Jenny si tramutò in una rabbia schiumante. Richiuse violentemente le tende di velluto e a grandi passi, letteralmente furiosa, si diresse verso la porta d'ingresso.

Le tremavano le mani, mentre apriva il portone.

Chuck la stava aspettando sotto il portico, rigirandosi la maschera tra le mani, il sorriso trionfante di chi si è appena aggiudicato il primo posto nel Tomeo Mondiale dello Scherzo. – Sapevo che avresti guardato dalla finestra – sghignazzò. – Accidenti, Jenny, avresti dovuto vedere la tua faccia.

– Va' via, razza di cretino – gridò Jenny. – Fuori dai piedi, ho detto.

Sembrava che Chuck non l'ascoltasse neppure. O forse non aveva capito che Jenny stava facendo terribilmente sul serio. – Ci sei cascata! Incredibile!

– Credi di essere divertente? Pazzo, ecco che cosa sei. Mi hai spaventata a morte.

Stava per sbattergli la porta in faccia, ma Chuck la bloccò con il piede.

Improvvisamente Jenny ebbe di nuovo paura. Era scattato così in fretta, era stato così abile nell' impedirle di chiudere la porta, che forse la sua era una tecnica già sperimentata. E se fosse stato lui a bisbigliare quelle frasi nel telefono? Dopotutto, Jenny non sapeva un gran che sul suo conto.

Come gli altri, del resto.

– Fila via, Chuck. Non mi va di vederti. Sparisci! Io sono...

– Sei ancora più carina, quando hai paura.

Stava cercando di terrorizzarla?

– Vattene via, ho detto. Io... io ti odio. Credi di essere stato divertente? Beh, ti sbagli di grosso. E smettila di sghignazzare!

Il sorriso si spense sul volto di Chuck. – Andiamo, Jenny. Adesso stai esagerando.

– No.

– Si muore di freddo, qui fuori. Fammi entrare, per favore. Solo un paio di minuti.

– No e poi no. Vattene!

Chuck la supplicò con lo sguardo. – Perché non ti provi la maschera? – le disse, ricominciando a ridere. Era davvero convinto di essere un tipo divertentissimo.

– Dico sul serio, Chuck. Non avevi il diritto di spaventarmi in quel modo.

Finalmente Chuck capì che Jenny non stava affatto scherzando. Lasciò cadere la maschera per terra, sotto il portico, e scrollò le spalle.



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