La casa di sale e lacrime by Erin A. Craig

La casa di sale e lacrime by Erin A. Craig

autore:Erin A. Craig [Craig, Erin A.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fantasy, marzo, retail
ISBN: 9788834741023
editore: Fanucci
pubblicato: 2020-07-15T22:00:00+00:00


21

Il Vortice arrivò insieme a una spruzzata di fiocchi di neve.

Papà aspettava gli ospiti all’ingresso, mentre Morella riposava al piano di sopra, cercando di recuperare le forze necessarie a partecipare alla cena. Voleva mostrarsi un’ospite precisa e all’altezza, ma i gemelli avevano altri piani.

Secondo la levatrice andava tutto bene. Malgrado fosse evidente che i bambini erano grandi, lei diede la colpa all’aria salmastra e alla nostra dieta salutare. Mi mostrò delle tecniche per sciogliere la tensione dalla zona lombare di Morella e mi ordinò di continuare a usare l’olio e la crema. Verity aveva assistito, entusiasta di aiutare il più possibile.

Accigliato, papà abbassò lo sguardo su di noi, tutte in fila per il benvenuto agli ospiti.

«Dov’è Camille?»

«Arrivo, arrivo.» Ci raggiunse di corsa e si mise al suo posto, spettinata e, per quanto tentasse di nasconderlo, incapace di smettere di sorridere.

Alzai le sopracciglia con espressione interrogativa. Che fosse appena tornata dalla Grotta? Non aveva minimamente smentito la minaccia di non aiutarci con i preparativi del Vortice. Piuttosto, ogni notte aveva partecipato a un ballo diverso, dormendo sempre di più, e svegliandosi ben oltre le tre del pomeriggio. Papà, troppo occupato con gli affari e Morella, non ci aveva fatto caso, ma a noi la sua assenza era pesata moltissimo.

Il portone si aprì e i nostri ospiti varcarono la soglia insieme a una pioggia di fiocchi di neve. Per primi, capitan Morganstin, sua moglie Rebecca, e le due figlie, che furono subito intercettate dalle Grazie con la promessa di giocare con le bambole e agli aliossi quel pomeriggio.

Subito dopo arrivò capitan Bashemk. Sua moglie era in quarantena e non poteva viaggiare, perciò venne accompagnato dal suo primo ufficiale, Ethan. Rosalie sbatté le ciglia in direzione del più giovane e poi abbassò lo sguardo con un sorriso timido, facendolo arrossire.

Sterland e Regnard entrarono insieme, scambiandosi aneddoti e salutando papà con abbracci vigorosi. La moglie di Regnard, Amelia, li seguì e si informò subito delle condizioni di Morella.

Dall’aria fredda emersero anche due giovani uomini, che guardavano l’ingresso principale di Highmoor con espressione meravigliata. Il primo era basso e snello, con capelli così biondi da sembrare bianchi. Quando si accorse di me e delle mie sorelle, diede una gomitata nelle costole all’amico, dall’aspetto totalmente opposto. Lo superava di più spanne, e aveva capelli corvini e un naso stortissimo, probabilmente rotto almeno un paio di volte. Vide che lo fissavo e invece di sorridere mi studiò dall’alto in basso; il formicolio che mi provocò mi ricordava un insetto sulla pelle, e distolsi lo sguardo.

«Jules, Ivor!» esclamò papà, salutando i propri impiegati. «Avete già conosciuto le mie figlie?»

Si guardò intorno in cerca di qualcuno disponibile a chiacchierare, e io mi nascosi all’ingresso, fingendo di supervisionare i facchini mentre scaricavano i bauli. Volevo restare libera per poter accogliere il capitan Corum.

Aggrottai la fronte. Le slitte erano vuote; apparentemente tutti gli ospiti ci avevano già raggiunti. Forse non l’avevo visto entrare? Mi voltai verso l’ingresso e contai.

«Capitan Corum era sulla vostra barca?» chiesi, affiancandomi di nascosto ad Amelia.

La povera



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