La custode dei nuovi inizi by Mikki Brammer

La custode dei nuovi inizi by Mikki Brammer

autore:Mikki Brammer [Brammer, Mikki]
La lingua: ita
Format: epub
editore: SPERLING & KUPFER
pubblicato: 2024-02-23T12:00:00+00:00


28

«NON farmelo troppo forte, Leo.» Mi sedetti al suo tavolo da pranzo, pronta per la nostra partita di mahjong.

Lui si chinò tutto concentrato sul carrello bar a mescolare un intruglio a base di bourbon, come un mago sul suo calderone. Il ghiaccio tintinnò contro il bicchiere come una campanella. Con un sorriso soddisfatto, fece scivolare il drink sul tavolo davanti a me, mentre dalla sua pelle si levava come sempre il profumo confortante del sapone.

«Come va il nuovo lavoro?»

«Claudia? È una donna davvero interessante; anzi, mi ricorda te.»

Leo mi guardò con un mezzo sorriso scettico. «Una bianca ricca dell’Upper West Side ti ricorda me?» Aveva un tono scherzoso, ma il messaggio era chiaro.

«Okay, volevo dire che il suo senso dell’umorismo, la sua nostalgia dei bei tempi andati e il suo amore per aggirare le regole mi ricordano te.»

«Be’, di queste qualità mi dichiaro decisamente colpevole.» Leo sorseggiò il suo drink, poi mentre meditava fece schioccare le labbra un paio di volte. «Un po’ troppo lime, credo.»

Io assaggiai il mio con cautela. «Lo trovo delizioso.» Gli sorrisi. «Ti sto deludendo con il mio palato tutt’altro che raffinato?»

«Imparerai presto, mia giovane protégée.»

Gli passai i dadi. «Tocca a te tirare per primo.»

Stringendoli tra le dita flessuose, con piglio drammatico li scosse accanto a un orecchio e poi all’altro, come se avesse in mano una noce di cocco. «Ho sentito che hai passato molto tempo con la nuova vicina.»

Lanciò i dadi sul tavolo. Un due e un quattro.

«Sylvie? Sì, è davvero simpatica.» Raccolsi i dadi e li agitai. «Siamo uscite un paio di volte, abbiamo preso un caffè, fatto una lezione di yoga, mi ha invitato a cena… cose del genere.»

Mi strofinai le mani con soddisfazione quando il mio lancio rivelò un cinque e un sei. Leo mi lanciò un’occhiataccia scherzosa.

«A me sembrano proprio i primi passi di un’amicizia.»

L’imbarazzo mi imporporò le guance. «Probabilmente è troppo presto per chiamarla così.» Sperai che la maniera con cui mi strinsi nelle spalle apparisse sufficientemente disinvolta.

«Be’, trovo che Sylvie sia un’ottima nuova inquilina del palazzo.» Leo sorseggiò ancora un po’ di bourbon. «Anche perché condivide il mio amore per i pettegolezzi di quartiere.»

«Quindi questo significa che non mi assillerai più così spesso con gli sporchi segreti di questa zona?»

«So che fai finta di disapprovare solo perché lo faceva tuo nonno. Naturalmente, un gentiluomo come lui non si sarebbe mai comportato come me. Ma la sai una cosa?» Leo si protese e abbassò la voce. «Credo che in fondo gli piacesse quanto a te, anche se nessuno dei due lo ha mai ammesso.»

Arrossii. In effetti essere aggiornata sulle notizie del quartiere senza dover fare conversazione con degli estranei presentava qualche vantaggio.

«Mi manca.»

«Anche a me», disse Leo. «Il buon vecchio Patrick. È difficile credere che siano già passati tredici anni senza di lui.»

Interrompemmo il gioco e restammo lì a riflettere.

«Leo, il nonno ti ha mai parlato di com’è stato per lui dovermi crescere da solo?» I cubetti di ghiaccio nel mio bicchiere formarono un lentissimo vortice. «Cioè, gli sono piombata in casa praticamente dal nulla.



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