La fine del calcio italiano. Perché siamo fuori dai Mondiali e come possiamo tornarci da protagonisti by Marco Bellinazzo

La fine del calcio italiano. Perché siamo fuori dai Mondiali e come possiamo tornarci da protagonisti by Marco Bellinazzo

autore:Marco Bellinazzo [Bellinazzo, Marco]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Sports & Recreation, Soccer, Business Aspects
ISBN: 9788807173424
editore: Feltrinelli
pubblicato: 2018-07-17T16:00:00+00:00


L’Inter indonesiana

Una svolta epocale per il Calcio italiano Spa matura con la vendita dell’Inter di Massimo Moratti al tycoon indonesiano Erick Thohir. Moratti nei suoi circa vent’anni di presidenza, tra acquisti (e ingaggi) milionari e assegni staccati ogni anno per ripianare le perdite, spende 1,3 miliardi di euro. Fino al 2008, del resto, la Saras, l’azienda di famiglia, stacca ricche cedole: nel 2008, prima del Triplete, si registra ad esempio un utile di 100 milioni. La crisi della raffinazione però complica le cose e riduce al minimo i dividendi. Anzi, Saras accumula perdite per 45 milioni nel 2011 e 154 milioni nel 2012. Tant’è che nella primavera 2013 sigla un’intesa con i russi di Rosneft, tra le principali realtà petrolifere mondiali, cedendo il 13,7% delle azioni per 180 milioni di euro (russi che lanciano poi un’Opa destinata a raccoglierne in Borsa un altro 7,3%). Secondo i calcoli di “Radiocor-Il Sole 24 Ore”, tra la quotazione in Borsa della società avvenuta nel 2006 e l’operazione con Rosneft, la famiglia Moratti incassa circa 2 miliardi di euro. Ma il “giocattolo” Inter diventa troppo costoso anche per loro. Ecco perché si cercano nuovi soci.

Già nell’estate del 2012 il club aveva ufficializzato, con una nota diffusa sul proprio sito, l’accordo per l’ingresso di un gruppo di investitori cinesi nel capitale. Si parlava di una partecipazione intorno al 15% trasferita per circa 70 milioni. “Contestualmente,” si leggeva, “China Railway 15th Bureau Group, controllata da China Railway Construction Corporation (gigante cinese dell’estrazione mineraria statale e sesta azienda nel mondo del settore costruzioni), e Fc Internazionale Spa hanno avviato una collaborazione per la costruzione di un nuovo stadio di proprietà entro il 2017.” Foto di cerimonia con tanto di bandiera rossa davano il benvenuto ai rappresentanti dei nuovi azionisti nel cda nerazzurro: la signora Kamchi Li, il signor Kenneth Huang e il signor Fabrizio Rindi. Con il passare dei mesi però l’affare sfuma, mettendo Moratti in grande imbarazzo.

Nella primavera del 2013 entrano in scena nuovi potenziali acquirenti. A un certo punto l’opzione più solida appare quella che porta al gruppo Mabetex di Behgjet Pacolli come partner strategico per la costruzione del nuovo stadio e a oligarchi dell’ex Urss come possibili nuovi azionisti. La Mabetex propone infatti a Moratti di costruire la nuova casa interista e si offre di portare in dote un socio dal Kazakistan, dove ha il centro dei suoi interessi. Ma la Mabetex è attivissima in tutto l’Est Europa dove ha realizzato numerose opere, come la ristrutturazione del Parlamento russo. Pacolli (sposato con la cantante Anna Oxa dal ’99 al 2002) è stato anche presidente della Repubblica del Kosovo, per cui ha firmato nel 2008 il documento d’indipendenza ed è accreditato di una ricchezza pari a 3 miliardi di euro.

Ma il patron nerazzurro non è convinto. Medita sulle varie possibilità, finché sulla sua scrivania plana la proposta di Thohir (svelata il 30 maggio 2013 dal blog Calcio & business) che spariglia le carte: 260 milioni per l’80% dell’Inter (una ventina di milioni in più per il 100%).



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