Middle England by Jonathan Coe

Middle England by Jonathan Coe

autore:Jonathan Coe [Coe, Jonathan]
Format: epub
ISBN: 9788858833681
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2018-11-06T23:00:00+00:00


24.

“Non vuole registrare la nostra conversazione?” chiese Benjamin.

La giornalista, che si chiamava Hermione Dawes, sorrise scuotendo la testa. Teneva sulle ginocchia un taccuino con appoggiata sopra una biro. I capelli le ricadevano sulle spalle in riccioli biondi; sulle labbra un rossetto dal colore acceso.

“Sono una ragazza all’antica,” disse. “Cominciamo?”

“Certamente,” acconsentì Benjamin.

Si appoggiò allo schienale del divano e cercò di rilassarsi. La vista del Severn che scorreva sotto la sua finestra aveva di solito l’effetto di calmarlo, ma quella mattina non fu così. Non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione che Hermione (i cui articoli, a volte, erano un po’ “al vetriolo”, lo aveva avvertito Philip) stesse freddamente valutando il contenuto della sua casa e giudicando ogni oggetto, ogni soluzione di arredamento, ogni mobile.

“Dunque... lei ha cominciato a scrivere da giovanissimo, vero?”

“Sì, intorno ai dieci o undici anni. Ricordo...”

“I suoi genitori erano scrittori?”

“No, assolutamente no. Mio padre lavorava nella fabbrica della British Leyland a Longbridge; mia madre stava a casa. Una casalinga.”

“Lei ha frequentato la scuola locale?”

“Sono andato alla King William’s, vicino al centro di Birmingham. Una decisione dei miei genitori.”

“Ritiene che fosse la scelta giusta?”

“Sì, cioè... Poco tempo fa ho incontrato uno dei miei più vecchi compagni delle elementari. Non lo vedevo da più di quarant’anni e mi sono reso conto di quanto il sistema educativo britannico poss... insomma, sì... dividere le persone.”

“Che cosa fa oggi questo suo compagno?”

“Il clown.”

Lei sollevò lo sguardo. “Il clown?”

“Sì, intrattiene i bambini.”

“Be’, comunque è molto bello che abbia ripreso i contatti con lui. Ed è stato a scuola che ha cominciato a considerare seriamente l’idea di scrivere?”

“Sono contento che me lo chieda,” disse Benjamin. “Ripensandoci, posso indicare con precisione quasi assoluta il momento in cui è successo. Era il novembre del 1974, e un mio amico – si chiamava Malcolm ed era il ragazzo di mia sorella – mi portò a un concerto al Barbarella, un club in città. Uno dei gruppi che si esibiva erano gli Hatfield and the North. Oggi diciamo che suonavano ‘prog rock’, rock progressivo, ma allora il termine non esisteva come probabilmente ricorda...”

Intuendo che si aspettava da lei una sorta di conferma, Hermione si limitò a dire: “Sono nata nel 1989”.

“Oh, giusto. Sì. Vede, quello che allora mi lasciò di stucco di questo gruppo fu la combinazione di freschezza, originalità e ripensamento completo della forma. Era una musica facile, che invogliava l’ascoltatore a seguirla. ‘Ecco cosa dovrei fare come scrittore,’ pensai. Nel loro primo album, per esempio, c’è un pezzo intitolato Aigrette, scritto da un chitarrista. Se ascolta con attenzione, nota non solo che il metro musicale cambia dopo un certo numero di battute ma che percorre delle straordinarie modulazioni, cambiamenti di chiave, eppure il motivo è davvero orecchiabile, piacevole. E questo mi fece pensare che sì, se quello che fai è facile da seguire da un punto di vista tematico, e cioè se c’è un tema conduttore forte in termini di trama, di idee, di personaggi... allora...”

Si accorse che Hermione aveva smesso da qualche tempo di prendere appunti.



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