L'amore non lo vede nessuno by Giovanni Grasso

L'amore non lo vede nessuno by Giovanni Grasso

autore:Giovanni Grasso [Grasso, Giovanni]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2024-03-07T12:00:00+00:00


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L’acqua amara che porta maledizione

Martedì 11 luglio

Mentre si stava recando in auto verso il nuovo appuntamento, Silvia fu colta da un cupo pensiero, quasi un presentimento: e se Paolo, di lì a poco, non si fosse presentato? Se avesse deciso di sparire? Che cosa avrebbe potuto fare lei per ritrovarlo? Praticamente nulla. Se Paolo avesse mancato a quell’appuntamento, lei avrebbe perduto ogni speranza di squarciare il velo di mistero che avvolgeva la vita e la morte di sua sorella. Si sentì a un tratto confusa, smarrita. Eugenia, con la sua mania dei gialli, nei giorni precedenti ne aveva sparate tante, anzi troppe, soprattutto sul conto di Paolo. Ma su una cosa non aveva torto: la ricerca della verità su Federica era diventata, in quei giorni difficili e tristi, la sua unica ragione per andare avanti.

Entrò nel bar, salutò il titolare con un cenno del capo, e si sedette al solito tavolino. Guardò fuori dalla vetrina, in attesa di veder comparire la Mercedes scura. Rimase per un po’ con lo sguardo fisso, cercando di scacciare i pensieri negativi. Ma i minuti passavano veloci e di Paolo non si vedeva nemmeno l’ombra.

Guardò l’orologio al polso: 15.15. Fino a quel giorno Paolo era stato sempre puntualissimo. Decise che avrebbe aspettato al massimo un altro quarto d’ora. Ma allo scoccare delle 15.30 la disperazione la trattenne ancora bloccata alla sedia. Dopo un’altra manciata di minuti, un tempo che a lei parve interminabile, si alzò e si avvicinò al barista, intento a lucidare i bicchieri con uno strofinaccio.

«Mi scusi, qualcuno ha lasciato un messaggio per me?»

«No» rispose lui allargando le braccia. Sembrava sinceramente dispiaciuto. «Gliel’avrei detto subito, quando è entrata…»

Silvia avvertì solo in quel momento che la sua era stata una domanda stupida. Fece per uscire. Il telefono del bar suonò, con un trillo acutissimo. Si fermò come paralizzata, guardando negli occhi il barista che stava rispondendo.

«Sì, è qui. Gliela passo subito» sussurrò dentro la cornetta. Poi alzò lo sguardo verso la donna, ammiccando: «È per lei».

«Pronto… Paolo!»

«Silvia, mi deve perdonare. Ho avuto un contrattempo dell’ultimo minuto. E non sono riuscito a chiamarla prima.»

L’uomo ansimava.

«Niente di grave, mi auguro…»

Paolo non rispose e Silvia si sentì il sangue ghiacciare nelle vene.

«Ma sta bene? Mi dica, la prego…»

«Ora sì. Va tutto bene. Lei tra mezz’ora come è messa?»

«Sono libera fino alle 18. Poi devo tornare a casa. L’aspetto qui?»

«No, no. Quel bar non va più bene.»

«Mi dica, allora, dove possiamo vederci.»

«Sulla statale, a tre chilometri circa dal bar in direzione Milano, c’è un vecchio distributore di benzina dismesso. Mi troverà lì, sul retro. Mi rendo conto che è un posto poco confortevole, ma almeno saremo al riparo da occhi indiscreti.»

«Va bene, ci vediamo lì tra poco» confermò, carica di adrenalina. Salì sull’auto, fece manovra e partì a razzo. Ma mentre guidava fu pervasa da una serie di dubbi sull’opportunità di incontrare uno sconosciuto in un luogo così isolato. Che cosa poteva essere capitato di tanto grave? Da un lato la curiosità la divorava. Si sentiva coinvolta, in prima persona, in una specie di eccitante spy story.



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