Le nove vite di Steve Winwood by Pasquale Boffoli & Ciro Boffoli;

Le nove vite di Steve Winwood by Pasquale Boffoli & Ciro Boffoli;

autore:Pasquale Boffoli & Ciro Boffoli; [Boffoli, Pasquale & Boffoli;, Ciro]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788892770454
editore: edigita
pubblicato: 2021-03-03T23:00:00+00:00


L’ipnosi ritmica di ON THE ROAD

Il doppio lavoro dal vivo ON THE ROAD, immortalato dalla band in Germania nell’aprile del 1973, esce nell’ottobre dello stesso anno, a soli otto mesi da SHOOT OUT AT THE FANTASY FACTORY; vede la collaborazione dell’ottimo pianista e organista Barry Beckett, un fondatore e session player degli americani Muscle Shoals Sound Studio, la stessa provenienza dei due nuovi strumentisti del disco precedente (David Hood e Roger Hawkins) a cui si aggiunge. Pierre Perrone: “Tre musicisti reperiti per i Traffic nel 1972 da Jim Capaldi dopo che avevano elargito i loro favori nei primi album della sua carriera solista e mentre Steve Winwood si riprendeva da una peritonite”. Il live esce prima in America come 33 giri singolo contenente quattro lunghilunghissimi brani: The Low Spark of High Heeled Boys (17:53), Shoot Out at the Fantasy Factory, (Sometimes I Feel So) Uninspired, Light Up or Leave Me Alone (10:49). Riscuote tiepidi consensi sia critici che di vendite: la seguente versione in vinile diventerà doppia, contenendo anche una lunghissima Glad/Freedom Rider (21:00) che occupa un’intera facciata, e Tragic Magic.

La dimensione live, in questa fase, è quella decisamente più congeniale a una band che professa un’ipnosi ritmica esaltante, ossessiva, che si lascia andare a lunghi soli strumentali forgiando performance che sembrano non avere mai una fine. Glad/Freedom Rider (decisamente più veloci ritmicamente e jazzy rispetto alle versioni in studio) sono dense di duetti tra Winwood e Wood, il cui sax pare inseguire le tastiere del leader mentre Rebop tesse un’intricata base percussiva. Shoot Out at the Fantasy Factory è senza infamia né lode, rivalutata però dal solo al flauto di Chris Wood. Il sax del fiatista domina una Tragic Magic dilatata per consentirgli di lanciarsi in un solo – inframezzato ahimè da qualche stonatura di troppo – che dura per quasi tutto il brano incrociandosi con la chitarra solista di Winwood.



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