Le tartarughe by Veza Canetti

Le tartarughe by Veza Canetti

autore:Veza Canetti [Canetti, Veza]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788831773485
Google: 23vDPAAACAAJ
editore: Marsilio
pubblicato: 2000-09-14T22:00:00+00:00


Forse era veramente un bene che il signor Felberbaum spartisse la stanza con Werner. Perché il signor Felberbaum (gli era stato assegnato questo appartamento in quanto il suo era stato confiscato, o meglio requisito) dimostrava così poca comprensione per le sofferenze del suo compagno di stanza che non ne poteva condividere il dolore, anzi in un certo senso lo fendeva in grossi pezzi. Arrivò a dire cose talmente insensate sulle pietre che una volta Werner s’incollerì e minacciò di buttarlo fuori di casa, da parte sua il signor Felberbaum rimase lì ad ascoltarlo con occhi benevoli senza sentirsi minimamente offeso.

Questo sarebbe anche bastato per placare l’ira del geologo, se poco dopo Felberbaum, con l’insistenza di un servitore moro, non avesse replicato: «Crede forse che abbia un cuore di pietra?»

«Signore! Quando vedo questi ripiani vuoti e, al posto del vecchio contenuto, ho davanti agli occhi il contenuto del suo idrocefalo, non è raccomandabile per lei toccare argomenti che le sono fin troppo vaghi perché possa afferrarne il significato.»

Il signor Felberbaum rise impotente, la sua enorme bocca si allargò, e poi in silenzio passò la mano sulle spalle del compagno. Impotente, questi rimase fermo al suo fianco, rosso in volto e imbarazzato, cercando invano di dire qualcosa, finché impacciato si avviò piano in cucina.

Prima che il signor Felberbaum si trasferisse nell’appartamento, la cucina era una stanza vuota e sulle piastrelle erano ancora evidenti gli schizzi bianchi di calce fresca delle pareti. Il lavabo con acqua corrente per la pulizia dei piatti veniva usato anche come lavandino per la pulizia personale. Entrando in casa, il signor Felberbaum aveva portato con sé un fornello a gas e aveva predisposto un angolo cottura dirimpetto al lavabo. Ora si trovava di fronte a questo fornello, sul quale ribolliva una zuppa. L’assaggiò e ne fu soddisfatto. Chiuse quindi il rubinetto del gas, versò la zuppa in un recipiente e lo porto di la con un canovaccio perché scottava. Sul tavolo di legno marrone senza tovaglia c’erano due cucchiai di legno e due piatti di terracotta. Il signor Felberbaum versò la zuppa direttamente nei piatti. Oltre alle patate e al prezzemolo, vi galleggiavano piccoli würstel, tale era il profumino che gli si gonfiarono le labbra. Riempiti i piatti fino al bordo, prese per un braccio il suo strano coinquilino che, del tutto indifferente, se ne stava davanti a uno scaffale vuoto a studiare un’etichetta dal bordo celeste, rimasta incollata sul ripiano. Lo tirò verso il tavolo e lui, giustamente, non oppose resistenza, si lasciò condurre, si sedette, afferrò con aria distratta il cucchiaio e bevve la zuppa senza sapere cosa facesse, perché e per chi lo facesse. E chiaro che Felberbaum era il luogo comune fatto persona, era il classico seccatore e buontempone, ma è anche chiaro che stava salvando la vita a una persona.

Mentre Werner beveva distrattamente la sua zuppa e sempre distrattamente si faceva rabboccare il piatto senza alzare il capo, anzi stando curvo sul tavolo come un animaletto, Felberbaum rifletteva su cosa dire per distrarre l’infelice dai suoi pensieri.



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