L'idolo by Gerolamo Rovetta

L'idolo by Gerolamo Rovetta

autore:Gerolamo Rovetta [Rovetta, Gerolamo]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2015-04-15T22:00:00+00:00


III. Alla Minerva.

Gli sposi, la sera del loro arrivo a Roma, non possono veder lo zio, impegnato col presidente del Consiglio: gli fanno un'improvvisata al Ministero, la mattina dopo.

S. E. Albertoni (sciogliendosi dall'espansivo e straordinario abbraccio di Giordano, per guardar la nipote) Tu?... Saresti proprio tu?... La piccola e impertinentissima Emma, colle dita sempre sporche d'inchiostro?

Emma. Non è vero... Guarda (gli mette sotto il naso due ditini affusolati e profumati che il galante ministro non può a meno di baciare, odorandoli come un fiore).

— Sei diventata più grande e più... (ammirandola in tutto il complesso) e più, diremo col nostro grande Manzoni, ma-es-tosa! Quella bellezza morbida a un tempo e maestosa che brilla nel bel sangue lombardo!

S. E Albertoni, entrato nel Ministero per «l'equilibrio regionale» e per il giuoco e il passaggio dei portafogli capitato alla Istruzione, mentre forse si sarebbe trovato meno peggio all'Agricoltura, sperava ancora di cavarsela bene a furia di citar Manzoni a orecchio.

Giordano (tutto zucchero candito) Ma intanto non vi siete ancora abbracciati.

Sua Eccellenza (con qualche esitazione, a Giordano) Dunque... si può?

Giordano (lasciandosi trasportare: con troppa enfasi) Ma sempre! Quanto vuoi!

Sua Eccellenza, subito, abbraccia Emma con molto entusiasmo.

Emma (un po' nervosa) Ma basta! Guarda cos'hai fatto!

Sua Eccellenza (vedendole il cappellino tutto storto: con malizia) Credo, pur troppo, che ormai si sarà abituato quel cappellino a certe scosse.

Emma (sorridendo) Perchè pur troppo?

— Perchè se avessi potuto immaginare la tua predilezione per le persone serie, mi sarei fatto avanti anch'io.

Emma. E avresti sentito un bel no. (Con una risata e senza badare alle faccie che le fa Giordano per raccomandarle di essere gentile) Zio e nipote? Mai più! Non mi piace! No! No! No!

Giordano (un po' inquieto) Emma! Emma!

Emma continua a ridere fissando lo zio, che continua pure a sorridere con una cert'aria motteggiatrice e conquistatrice: Emma, per la prima volta, l'osserva, lo studia, non più come nipote, ma come donna maritata, e conclude, fra sè, che bisognerà guardarsi da quello zio Eccellenza. È, infatti, una bella figura d'uomo, alto, snello, con una faccia resa espressiva e intelligente, dai folti capelli ben pettinati, molto più grigi della barba. Un tipo aristocratico, elegante, come la mamma. Un tipo all'inglese: e la sua vanità, infatti, di ministro italiano, è di essere chiamato un uomo di Stato all'inglese.

Sua Eccellenza (sempre sotto l'attento esame della nipote) E così?

Emma. E così, perchè sei diventato ministro, non credere, signor zio, di poter fare il.... Richelieu!

L'Albertoni, che oltre ai Promessi Sposi ha letto anche I Tre Moschettieri e la Chronique de l'œil-de-bœuf, è abbastanza soddisfatto della risposta, e subito vuol condurre Emma a colazione al Caffè di Roma, dove non si occupa di Giordano altro che per presentarlo come il marito di mia nipote» — Ma Giordano Mari, che sa la vita, se ne contenta. Lo zio ministro, parecchi altri membri del Gabinetto, i pezzi più grossi del Parlamento, tutti si riscaldano, ringiovaniti e ringalluzziti, attorno a donna Emma e perciò un solo pensiero lo turba, lo inquieta: Pietro Schiavino, direttore del Popolo. Tutto il



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