L'oscura morte di Andrea Palladio by Matteo Strukul

L'oscura morte di Andrea Palladio by Matteo Strukul

autore:Matteo Strukul [Strukul, Matteo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2024-01-05T12:00:00+00:00


17

Prostrazione

La notizia della morte di Leonida lo lasciò afflitto. E più di lui, fu Allegradonna a subire il colpo. Si era rinchiusa in un cupo silenzio e non voleva alzarsi dal letto nel quale giaceva, simile a una morta.

La lettera di Pietro era tragica e laconica insieme. Aveva ricevuto notizia che il corpo di Leonida era stato trovato riverso, in una pozza di sangue, nei pressi di Porta Lupia.

Sconvolto, aveva chiamato alcuni suoi servi, facendo in modo di recuperarlo. Si era poi attivato immediatamente per far arrivare notizia ad Andrea.

Quest’ultimo si stava preparando per partire alla volta di Vicenza. Malgrado avesse provato a parlarle, Allegradonna non gli rispondeva. Lo guardava con occhi simili a schegge di cristallo. Era preoccupato. Ebbe la sensazione che quel dolore, invece di riunire la famiglia, l’avrebbe fatta a pezzi per sempre.

Inspirò a lungo. La pioggia fredda tormentava Venezia.

Stava per tornare da lei, nel tentativo di scuoterla da quello strano torpore nel quale pareva essere sprofondata, quando un servo si fece sulla porta.

«Qualcuno chiede di voi, mio signore.»

«Di chi si tratta?» domandò Andrea.

«Di Giovanni Battista Pigafetta, nunzio vicentino a Venezia.»

«Davvero?»

Il servo annuì.

«Che aspettate? Fatelo entrare» sbottò Andrea, infastidito.

Qualche istante dopo, apparve un uomo vestito in modo elegante. Indossava un farsetto di colore blu scuro dal taglio ineccepibile, dal quale spuntava una candida gorgiera. Un giubbone del medesimo colore con un ampio collo di pelliccia riparava il nunzio dal freddo intenso. Aveva una barba scura perfettamente curata, occhi del medesimo colore, acuti e penetranti.

«Sono Giovanni Battista Pigafetta» disse il nuovo arrivato, «nunzio vicentino a Venezia, e debbo consegnarvi questo plico» concluse, mostrando un piego sigillato.

Andrea era stato colto alla sprovvista ma il dolore lo dilaniava e l’ultima cosa che avrebbe voluto in quel momento era dover parlare con il nunzio vicentino. Non lo invitò a sedersi né gli offrì alcunché.

Si limitò a prendere l’incartamento che l’altro gli porgeva.

Egregio signor Andrea Palladio,

con la presente, sono a ordinarvi di rientrare presso la città di Vicenza, al fine di procedere senza indugio ulteriore all’ultimazione dei lavori presso la Loggia del Palazzo del Capitanio.

Tanto dovevo.

In rappresentanza del Collegio dei Deputati ad utilia della Città di Vicenza,

Antonio Maria Bertolo

Vicenza, 5 gennaio 1572



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