Andare per le cattedrali di Puglia by Sergio Valzania

Andare per le cattedrali di Puglia by Sergio Valzania

autore:Sergio, Valzania [Valzania, Sergio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Ritrovare l'Italia
ISBN: 9788815320377
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2015-10-14T22:00:00+00:00


11. Basilica di San Nicola di Bari, prospetto principale.

Alla fine del Settecento i rivoluzionari francesi interpretavano ancora il rapporto fra passato e futuro in relazione al presente architettonico in forme molto aggressive: per affermare il nuovo assoluto che intendevano creare in ambito sociale ritenevano fosse necessario liberarsi anche dei simboli più visibili e capaci di marcare il panorama urbano e rurale con il ricordo del vecchio potere, monarchico, aristocratico e religioso: gli edifici nei quali esso si era rappresentato nei secoli. Chiese, monasteri e palazzi non costituivano per loro quello che sono per i moderni: il portato di un tempo lontano e ormai remoto, la cui memoria fisica va salvata a ogni costo, nel timore che la sua scomparsa coincida con la perdita irreparabile di una parte di noi alla quale non vogliamo rinunciare. Al contrario, gli uomini della rivoluzione agivano nella convinzione che solo cancellando le testimonianze monumentali di un potere e di un’organizzazione della società che volevano cambiare si potesse costruire quella nuova destinata a prenderne il posto.

La chiesa dell’abazia di Cluny, opera centrale del medioevo – ritenuta il monumento il cui stile architettonico costituisce la cerniera di passaggio fra il romanico e il gotico, l’edificio cristiano di maggior dimensioni fino alla costruzione della basilica di San Pietro a Roma – venne abbattuta e le sue pietre furono utilizzate per fare calce o come materiale da costruzione, con l’intento di liberarsi di un edificio dal peso simbolico ritenuto insopportabile. Le statue dei re d’Israele, poste a decorazione della facciata di Notre-Dame, vennero decapitate come Luigi XVI, sembra perché erroneamente ritenute raffigurazioni dei re di Francia. Una parte delle teste mozzate è stata recuperata nella Senna nel 1977 e si trova adesso esposta al museo di Cluny a Parigi. Ancora ai tempi della Comune, nel 1871, un gruppo di insorti incendiò il palazzo delle Tuileries a Parigi con l’intento di distruggere il luogo fisico nel quale era stato esercitato un potere contro cui avevano intrapreso una lotta senza quartiere.

Viaggiando per la provincia francese capita di incontrare chiese le cui facciate sono state devastate a colpi di scalpello, ad esempio a Saint-Gilles-du-Gard lungo la via Tolosana, dagli ugonotti prima e dai rivoluzionari poi, cancellando i volti delle statue di santi che le ornano. Adepti di nuovi culti, protestanti o laici, sfogavano la propria rabbia sui segni di una tradizione precedente, giudicata ostile. Più tardi, ancora nella seconda metà del Novecento, a Bucarest sono state abbattute preziose chiese antiche, e a volte interi quartieri storici, per creare lo spazio necessario alla costruzione dell’immenso palazzo del governo voluto da Ceauşescu. Il nuovo intendeva sostituirsi al vecchio, distruggendolo fisicamente anche negli edifici che ne conservavano la memoria.

L’idea di conservare, restaurare, difendere i monumenti esistenti per goderne al presente e trasferirli il più intatti possibile alla posterità nasce e si afferma, nelle modalità che ci sono note, solo nel corso dell’Ottocento. È una novità che si colloca all’interno di quel fenomeno culturale dagli aspetti complessi e a volte contrastanti, dai contorni incerti, che si è soliti definire come romanticismo.



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