Metallo danzante by Leo Munzlinger

Metallo danzante by Leo Munzlinger

autore:Leo Munzlinger [Leo Munzlinger]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Fantasy, General, Action & Adventure
ISBN: 9788831982252
Google: 7fcEEAAAQBAJ
Amazon: B08LTN3GJG
editore: Moscabianca
pubblicato: 2020-10-26T18:39:27+00:00


Zalu

Il proprietario della capanna era un animo gentile. Una specie di uomo, ricoperto da un folto strato di licheni blu. Intuendo la mia condizione, si strappò dal petto una manciata di licheni, ci sputò sopra e mi costrinse a mandarli giù. Mi spiegò che si trattava dello stesso metodo usato da lui e i suoi simili per far passare alla loro padrona le frequenti sbornie.

Mitata, Il vino nella terra.

Storia (e storie) dall’altopiano del G’z

Un filo di fumo si alza dal bicchierino di plastica, il caffè è ancora caldo. Con la mano libera apro la porta della bottaia. L’odore del legno e dell’ozono si insinua nelle mie narici.

Contiazz è al centro della stanza. Tiene le mani intrecciate dietro la schiena, batte la coda contro il pavimento. Non è difficile capire cosa lo disturba.

«Azz».

Si gira.

Sollevo il bicchierino.

Fa sì con la testa.

«Tieni».

Manda giù un sorso. «Sei qui per darmi una buona notizia?»

Abbasso lo sguardo. «Insomma».

«Che dice la tua fidanzata?» Scruta il bicchierino come farebbe un caffeomante. «Nessuna novità dalle ragazze?»

Ragazze. Come se le spose degli alberi fossero amiche di lunga data…

Scuoto il capo.

«Capisco». Sospira e beve un altro sorso.

Passo le mani sudate sui pantaloni. «Non è per questo che sono qui, comunque. Dobbiamo parlare dei furiani».

Contiazz chiude gli occhi. «Non ci provare».

Devo farlo. «Non so in che modo dirtelo, quindi te lo dico e basta».

Butta giù l’ultimo sorso di caffè. «Sentiamo».

«Non possiamo pagarli tutti e tre. Non abbiamo denaro a sufficienza».

Contiazz stritola il bicchierino.

Reprimo l’impulso di indietreggiare. «Possiamo pagarne due. Due non sono un problema, ci arriviamo. Tre...» Scuoto il capo.

Contiazz stringe e allenta il pugno, la plastica scoppietta come tante ossa frantumate.

«So a cosa stai pensando, Azz. Lascia che ti—»

«No, non lo sai. Dammi un singolo motivo per cui non ti dovrei spaccare la faccia in questo momento».

Il mio cuore salta un battito.

Ha ragione, ma non posso spiegargli la mia storia. Non capirebbe... Non mi crederebbe. La verità lo farebbe soltanto arrabbiare di più.

Contiazz mi fissa.

Sono a corto di saliva. Apro la bocca ed emetto un suono privo di significato.

«Allora?»

«Dico sul serio, Azz. Coi soldi che ci restano possiamo pagare solo due furia—»

Il cerotto di Stevia salta via, goccioline di sangue macchiano il pavimento. Mi porto una mano sul lato del viso colpito dallo schiaffo.

«Perché mi hai fatto questo, Dragonetto?» Trema. «Non ti bastava la fortuna che ti ha lasciato Avilas quando se n’è andato? Perché hai messo in mezzo la cantina?»

«Mi dispiace. Credo... credo di avere un problema». Mi bruciano gli occhi, sto per mettermi a piangere.

No, non posso. Sarei un ipocrita.

Contiazz fa un respiro profondo. «Che tipo di problema?»

E se provassi a spiegarglielo? No, non capirebbe…

Si massaggia il volto. «La mia pazienza ha un limite, Dragonetto».

«Non posso, davvero. Ti farei soltanto arrabbiare».

«Forse non te ne sei reso conto, ma sono già arrabbiato». Incrocia le braccia sul petto. «Avanti, parla».

Apro la bocca per rispondere. Dalla gola non proviene alcun suono, è come se la verità fosse troppo pesante per risalire la laringe.

«Dragonetto».

Le lacrime iniziano ad annebbiarmi la vista.

«Lo sai che per me sei come un figlio, vero?»

Faccio un cenno d’assenso col capo.



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