Ora che è novembre by Josephine Johnson

Ora che è novembre by Josephine Johnson

autore:Josephine Johnson [Johnson, Josephine]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: General, Fiction
ISBN: 9788858773987
editore: Giunti
pubblicato: 2016-11-22T23:00:00+00:00


2

Coprii quelle tre miglia senza accorgermene, pensando a Grant. Provavo una specie di piacere doloroso nel ricordare il suo viso – il naso magro e gli occhi schietti che vedevano molte più cose di Padre o anche di Merle. Lo vidi chino sulle ciliegie messe a bollire, intento ad assaggiarle per far contenta lei, e anche se stesso, le sue manone che reggevano il cucchiaio come una vanga; e Merle con la faccia rosso acceso per via del vapore che le faceva gli occhi di un azzurro sorprendente e innaturale, che lo guardava storto sfidandolo a criticarla, e le risate alle sue smorfie. Era strano che lei non capisse quello che lui recava scritto dappertutto, era strano che non lo amasse comunque. Non volevo vedere Merle umiliata per amore di un uomo, ma avrei voluto che gli desse qualcosa di più di quell’attenzione casuale, che provasse qualcosa di più del bisogno di qualcuno a cui appoggiarsi. Per quel poco che sembrava ispirarle era come se fosse uno di noi, uno che viveva con noi da anni. Volevo che riuscisse a vedere e a restituire qualcosa, e detestavo l’idea che Grant prima o poi soffrisse come avevo sofferto io, e ancora soffrivo ogni tanto… Ho almeno una cosa per cui essere grata in quel fervore di pensieri meschini: non sono mai stata gelosa di Merle, non ho mai pregato che Grant non le volesse bene; ho perfino cercato di aiutarla a capirlo meglio, a volte. Non è molto, ma comunque è qualcosa.

Cavalcavo nello strano odore misto di fieno e buio, erbacce e pascoli, e più in là nell’aroma greve di malto dei campi di avena giù vicino ai Ramsey. Mi dicevo che se c’era qualcosa che poteva rendermi forte qualunque cosa ci aspettasse (e a volte nonostante una speranza infinita sapevo che stavamo avanzando verso un evento orribile e definitivo) erano le cose piccole ed eterne – il lungo ululato liquido del caprimulgo vicino alla grotta… la sagoma dei muli giovani contro il crinale, più leggeri nei movimenti dei cervi al pascolo… cose come il coro delle cicale e gli stagni macchiati di rosso la sera… Finché riesco a vedere, pensavo, non proverò mai vera fame o vera sete, e non vorrò morire… e lo pensavo perché non sapevo, perché ancora nutrivo la speranza che Grant non fosse irraggiungibile per me, e perché potevo ancora vederlo e sentirlo, almeno. Però avevo paura e pregavo. Dio, fammi bastare le piccole cose. Fa’ che mi accontenti di vivere al di fuori della vita. Dio, fammi amare la buccia!

C’era una luce accesa dai Ramsey, e sentii Ned che urlava: “Via! Via! Fammi alzare! Levami quel culo dalla faccia, Charley,” e sentii i loro cori matti e selvaggi e la risata di Lucia. Christian niente. “È un uomo che le cose gli vanno in fondo,” diceva Lucia. Una rarità, un negro silenzioso quasi muto, che amava la terra più della compagnia.

Lucia si tirò su a fatica e accese una candela, e i bambini vennero fuori cauti, timidi, tra risatine segrete.



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