Persecuzione. Il fuoco amico dei ricordi by Alessandro Piperno

Persecuzione. Il fuoco amico dei ricordi by Alessandro Piperno

autore:Alessandro Piperno
La lingua: it
Format: mobi
ISBN: 9788804573739
editore: Mondadori
pubblicato: 2012-08-29T13:10:55+00:00


La bestia nera che lo aveva perseguitato lungo un decoroso ma nient'affatto esemplare corso di studi. E' che quando si trovava di fronte a tutti quei numeri e a tutti quei segnetti veniva invaso da una sonnolenza bovina, quasi invincibile. Seguita dall'angoscia. Che senso aveva impegnarsi tanto per un esercizio di così disumana astrattezza? Non faceva che chiederselo. Una prima risposta a questa domanda filosofica era giunta in quinta ginnasio dalla professoressa di matematica, che lo aveva rimandato a settembre. Ecco che a questo pelandrone di un quindicenne veniva regalata l'opportunit à di meditare per tutta l'estate sull'indispensabilità di quella soporifera materia. E anche di riflettere su quanto disonorevole fosse per un Pontecorvo essere rimandato. Tutto quel trimestre estivo, infatti, finché la macchia non era stata pulita, la sua villeggiatura al mare era stata scandita da sguardi colmi di disapprovazione e da scomposizioni di polinomi. Tre mesi faticosi e umilianti. Tre mesi di quaderni a quadretti. Senza uscire, senza mai andare in spiaggia, senza neppure la passeggiata serale per il gelato con gli amici, perché bisognava saldare fino in fondo il debito con la società. Ma soprattutto tre mesi in cui aveva imparato che, sebbene i suoi genitori su altre cose fossero tendenzialmente indulgenti, in quell'ambito lì non ammettevano passi falsi. La scuola no. Su quella non si scherza. Non capisci la matematica? Vuol dire che non hai fatto abbastanza per capirla. Vieni rimandato in matematica? Vuol dire che non ti sei sacrificato a sufficienza. Che non ti sei messo alla prova fino in fondo. Che hai ceduto troppo presto. Questa era stata la lezione più importante appresa da Leo durante quell'estate. Altro che equazioni, istantaneamente scomparse dalla sua mente. Ciò che aveva appreso è che tutto ciò che aveva (e aveva molto) se lo doveva meritare. E che quell'implicito ricatto era alla base dell'educazione che gli stavano impartendo. Educazione borghese. Vecchio stampo. Più draconiana di un precetto biblico. Il cui unico comandamento sanciva solennemente: "Tu dovrai essere meglio di tuo padre e dovrai mettere al mondo individui che ce la mettano tutta per essere migliori di te". Lui era un cavallo di razza, e come tale doveva comportarsi.

Una lezione di cui si era ricordato il primo anno di università, quando aveva dovuto fronteggiare un nuovo insormontabile ostacolo. L'esame di chimica. Di nuovo quella sonnolenza. Di nuovo quella sensazione di vacuità. Di nuovo quelle formule che si mescolavano disordinatamente nella sua mente, impossibili da memorizzare. Che strazio! Ma a quel punto il cavallo era stato domato. A quel punto Leo conosceva già il comportamento da tenere. E ce l'aveva messa tutta per superare l'esame più difficile del primo anno di Medicina con il professore più bastardo. Quel vecchio pazzo che pretendeva imparassi a memoria il manuale. Che faceva di tutto per non metterti a tuo agio. E dire che era un caro amico del padre di Leo. Ma quella stessa moralità borghese che imponeva a uno studente privilegiato come Leo di ripagare i genitori con un profitto universitario impeccabile impediva al padre di raccomandare il figlio a un vecchio amico.



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