Piccola dea by Rufi Thorpe

Piccola dea by Rufi Thorpe

autore:Rufi Thorpe [Thorpe, Rufi]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788845425967
Google: QZlprgEACAAJ
editore: Sonzogno
pubblicato: 2015-01-15T08:48:11+00:00


11.

L’intervento

«Probabile che non mi abbiano denunciata solo perché McDonough si era affezionata molto a mia madre» disse Lor. Tutta la frivolezza di prima era svanita. Aveva lo sguardo vitreo, distante.

«Per cosa?» chiesi, indignata.

«Per averlo trascurato. Negligenza.»

«Ma è assurdo. Che cosa avresti dovuto fare? E poi cos’è successo?»

«Non è successo niente» disse Lor. «È in affidamento.»

Rimasi seduta insieme a lei, a guardarla. Aveva gli avambracci poggiati sul tavolo, le spalle curve, quasi attorno alle orecchie, mentre con un dito si premeva un’unghia. Si era mangiata le pellicine fino a farsi sanguinare e ora stava valutando il danno. Batté le palpebre diverse volte, come se le si stessero asciugando i bulbi oculari. Ebbi la sensazione che fosse presente a stento.

«Hai fatto ricorso?»

Lor scosse la testa continuando a guardarsi le dita sanguinanti.

«Be’, è la prima cosa da fare» dissi. «Senti, devo tornare negli Stati Uniti in ogni caso. Potrei venire a stare in California e aiutarti a sistemare tutto.» Naturalmente il viaggio negli Stati Uniti me lo ero inventato a mano a mano che pronunciavo le parole. In un certo senso, però, sembrava sensato rientrare per l’aborto. Poteva tornare utile avere come scusa Lorrie Ann. Nel caso decidessi di non dire niente a Franklin. Nel caso avessi bisogno, per una qualche ragione, di tenermelo per me.

«Non voglio fare ricorso» disse Lorrie Ann, molto piano.

«In che senso?»

«Non ce la faccio. Non ce la faccio più. Non ce la faccio a tornare a fare quella vita.»

«Certo che no. Ti cerchiamo un aiuto come si deve. Magari un’infermiera a domicilio o una cosa del genere.»

«Mia» disse Lorrie Ann.

«Possiamo farcela» insistetti.

«No.»

Alzò gli occhi blu verso di me, lo sguardo vacuo, e per poco non feci cadere la tazza di tè. Mi vergognai all’istante. Ero come una bambina che giocava con una bambola, che cercava di assistere Lorrie Ann alla cerimonia del tè che era diventata la sua vita in rovina, giusto per evitarle il dolore di dover ammettere che era andata in rovina... e che lei non era altro che una bambola floscia, un cadavere appeso al muro.

In pratica, quando Lorrie Ann era tornata a casa, aveva trovato il biglietto in cui Dana le diceva che erano al pronto soccorso dell’Hoag. Non era specificato per quale ragione, ma Lor sapeva che avevano sospeso la patente a Dana per la lesione cerebrale e che, se erano andati al pronto soccorso, c’erano andati in ambulanza (Bobby aveva preso la vecchia Accord di Dana). Per questo, e per il fatto che Lor sapeva che Dana non avrebbe potuto sollevare Zach, Lor pensò sinceramente che fosse successo molto di peggio di una semplice lussazione all’anca.

Quando finalmente le trovò all’Hoag, Dunny e Dana stavano bevendo una cioccolata nei bicchierini di plastica del distributore automatico. Le raccontarono che la gamba di Zach era saltata fuori dalla cavità dell’anca, e Lorrie Ann si lasciò sfuggire una risatina di sollievo che fece trasalire Dunny. Lorrie Ann avrebbe voluto spiegarsi, ma era troppo complicato, così si limitò a fare un gesto con la mano, agitandola in aria.



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