Ballando al buio by Karl Ove Knausgård

Ballando al buio by Karl Ove Knausgård

autore:Karl Ove Knausgård [Knausgård, Karl Ove]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Narrativa, Generica
ISBN: 9788858825334
Google: 1Ds9DAAAQBAJ
editore: Feltrinelli
pubblicato: 2016-06-21T22:00:00+00:00


“Forse è meglio che le diapositive le facciamo vedere domani,” disse Yngve. “Si è fatto tardi.”

“Quali diapositive?” chiese papà.

“Della Cina,” rispose Yngve.

“Ah, sì, è vero,” borbottò papà.

Unni si stirò.

“Be’, adesso io devo proprio andare a letto.”

“Ti raggiungo subito,” disse papà. “Voglio soltanto fare due chiacchiere con i miei due figli che hanno fatto tutta questa strada per incontrare il loro padre.”

Unni gli arruffò i capelli con la mano prima di dirigersi in camera. Nell’attimo in cui la porta si richiuse, Fredrik si alzò.

“Buonanotte,” disse.

“Te ne vai anche tu?” esclamo papà. “Ma tu non sei mica incinta.”

Scoppiò a ridere, guardai Fredrik mentre aggrottavo le sopracciglia per comunicargli che non era l’unico a pensare quello che pensava.

“Anch’io sono stanca, sì,” intervenne Kristin. “Sarà stato il viaggio o quest’aria di mare, comunque buonanotte!”

Quando anche lei fu scomparsa, rimanemmo in silenzio noi tre. Papà guardava davanti a sé mentre si ingollava la sua birra, andò a prendersene un’altra. Io non ero ubriaco, ma sentivo l’effetto dell’alcol.

“Eccoci qui,” esordì papà.

“Sì,” dissi.

“Proprio come ai vecchi tempi. Vi ricordate, a Tybakken? Yngve e Karl Ove. Seduti in cucina a fare colazione.”

“Come potremmo dimenticarcene?” commentò Yngve.

“No, certo,” disse papà. “Ma non è stato facile neanche per me. Sappiatelo.”

“Sono tante le persone che vivono situazioni difficili,” replicò Yngve. “Ma non tutte ne fanno pagare le conseguenze ai propri figli.”

“No,” disse papà. Si mise a piangere. “Sono così felice di avervi qui.”

“Non c’è bisogno che tu ti metta a fare il sentimentale, giusto?” ribadì Yngve. “Non possiamo parlarne in modo normale?”

“Adesso Unni ha una nuova vita in grembo. Sarà la vostra sorella o il vostro fratello. Pensateci.”

Sorrise tra le lacrime, le asciugò, svuotò la bottiglia, si rollò una sigaretta.

Incrociai lo sguardo di Yngve. Era tutto inutile, dalla sua bocca non uscivano altro che stupidaggini.

“Vado a dormire,” esclamò Yngve.

Papà non disse nulla quando si dileguò. Io non volevo che rimanesse lì in soggiorno da solo, così restai con lui per un altro po’, ma dal momento che non fece segno né di volersene andare né di dire qualcosa, ma se ne stava lì a fissare nel vuoto con lo sguardo perso, alla fine mi alzai anch’io e me ne andai a letto.

Il giorno dopo, finita la colazione, Yngve, Kristin, Fredrik e io ci recammo in centro dove vagammo per le strade coperte di neve, avvolte nel buio e battute dal vento. Mentre Yngve e Kristin erano in un negozio di abbigliamento, io rimasi in una caffetteria a parlare con Fredrik. Ci scambiammo i nomi di alcune band instaurando così una sorta di piattaforma di partenza, poi ci mettemmo a discutere di quello che si poteva fare in quel posto, in quella cittadina abbandonata da Dio. Del resto era impensabile starcene tutto il tempo tappati in casa. Disse che non molto lontano da lì c’era una piscina, magari ci saremmo potuti andare più tardi in giornata? Che bella idea, commentò Unni quando rientrammo. Sì, davvero, intervenne papà dal soggiorno. Non vado in piscina da anni. Vai anche tu! commentò Unni. Sì, non sei d’accordo? rispose lui.



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