La fortuna. Blackwater. Vol. 5 by Michael MCDowell

La fortuna. Blackwater. Vol. 5 by Michael MCDowell

autore:Michael MCDowell [MCDowell, Michael]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9791255020691
editore: © 2023 Neri Pozza Editore, Vicenza
pubblicato: 2023-03-22T23:00:00+00:00


Argenteria

Se Frances non aveva sollevato obiezioni al viaggio di Billy in Texas, Sister si infuriò con Miriam per averlo organizzato. Dichiarò che la nipote la stava «scaricando», che la abbandonava ai lupi e all’inedia, lasciandola sola e facile preda dei ladri, degli stupratori, forse addirittura del marito.

Miriam la sentiva farneticare mentre preparava la valigia nell’altra stanza. Queenie sedeva accanto al letto di Sister, a incollare pazientemente sui cartoncini le ricette ritagliate dalle riviste, pur sapendo benissimo che nessuno avrebbe mai cucinato quei piatti.

Quando infine Sister restò senza voce e la valigia fu chiusa, Miriam andò nella stanza della zia e le disse: «Queenie si prenderà cura di te come al solito, Sister. E Ivey resterà qui anche di notte, perciò non sarai sola. Hai un telefono sul comodino, e puoi chiamare chiunque al mondo perché corra a offrirti aiuto, se credi di averne bisogno».

«Dimmi addio adesso, Miriam, perché al tuo ritorno io sarò morta» rispose lei in tono lugubre.

Le accuse e le predizioni di Sister non smossero Miriam di un centimetro dai piani stesi con tanta cura. «Sister» le disse, «ogni giorno che passa diventi piú simile alla nonna».

«Niente affatto!»

«Chi l’avrebbe mai detto?» commentò Miriam, rivolgendosi a Queenie.

Da quel momento Sister non disse piú una parola contro il viaggio di Miriam in Texas.

Billy e Miriam partirono in macchina una domenica pomeriggio d’inizio settembre; avevano un appuntamento fissato con la American Oil Company di Houston per il martedí mattina. Ancora con indosso gli abiti della domenica, e con il profumo del sapone di Miriam che aleggiava nell’aria, i Caskey sedettero sulla terrazza di Elinor lamentandosi di quanto si sentissero già soli. Oscar andò al parapetto e gridò a Sister, che si intravedeva dalla finestra della sua stanza nella casa accanto: «Sister, chiedi a Bray e a Queenie di portarti qui da noi!»

«Ne morirei, Oscar! Abbi almeno la decenza di lasciarmi marcire in pace!» gridò lei di rimando.

Nei primi giorni dell’assenza di Miriam, Sister mise il muso. A volte rifiutava persino di vedere Queenie.

Una sera era sola nella sua stanza, come sempre intenta a sfogliare riviste, cercare ricette, ritagliarle e disporle sul copriletto componendo interi menu da ricevimento di nozze, brunch a base di champagne – Sister lo champagne non l’aveva mai assaggiato in vita sua – e buffet campestri. Consultava di continuo una copia vecchia di vent’anni di Etiquette, il galateo di Emily Post, meravigliandosi per la profusione di argenteria prescritta per una colazione di tarda mattinata, di altra argenteria prevista per il tè delle cinque, per il numero di bicchieri da mettere in tavola per una cena. Alle dieci telefonò a Queenie, e in tono querulo le chiese: «Dove sono finiti tutti i servizi di James?»

«Da nessuna parte» rispose Queenie. «Sono qui in casa».

«Portameli e fammeli vedere».

«Santo cielo, Sister» esclamò Queenie, «hai idea di quanti sono? Mandami un paio di carriole e te le rimando cariche fino all’orlo».

«Portamene un paio di scatole».

Queenie rinunciò a discutere. Non riusciva proprio a immaginare che cosa potesse farsene Sister di quella roba, ma andò



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